La montagna riapre. In questi giorni impianti di risalita, baite, alberghi, maestri di sci sono pronti per accogliere gli appassionati degli sport invernali, da troppo tempo rimasti forzatamente lontani dalla loro passione.
Anche se le incertezze legate al possibile cambiamento di “colore” dei territori (da bianchi a gialli) stanno facendo rallentare le prenotazioni e creando non pochi dubbi, in questa che dovrebbe essere una stagione “sicura”.
In Veneto qual è la situazione?
Oggi – risponde l’assessore veneto al Turismo, Federico Caner – quello che sappiamo è che per accedere agli impianti di risalita è sufficiente esibire il green pass base, esito della vaccinazione o di un tampone risultato negativo. Inoltre, per gli impianti di risalita al coperto, come richiesto a gran voce dalle Regioni, la capienza potrà essere all’80 per cento, mentre per quelli totalmente all’aperto la percentuale può salire al 100. Lo scenario, per effetto dell’andamento epidemiologico, potrebbe cambiare dal 6 dicembre al 15 gennaio, periodo durante il quale dovrebbe servire il green pass rafforzato. Inoltre, resta da chiarire che cosa accadrebbe in caso una regione dovesse diventare rossa.
Insomma, anche quest’anno di certezze sembra ce ne siano consentite poche…
Se da un lato la pandemia ci impone di considerare gli scenari che, come sappiamo, possono cambiare velocemente, dall’altro sarebbe necessario fornire indicazioni precise agli operatori. In Veneto comunque, fin da subito, i gestori hanno dimostrato grande rigore nel rispetto delle normative, ponendo come condizione al rilascio dello skypass il pass verde.
Quindi, diventa difficile anche fare previsioni?
Purtroppo è così: è del tutto evidente che le cose dipenderanno molto dall’andamento dell’epidemia. La neve però sta cadendo copiosa sulle nostre montagne, e questo mi sembra già un buon punto di partenza.
Molti operatori lamentano che non siano ancora arrivati i ristori-montagna promessi: quanto manca?
Proprio ieri si sono aperti i termini del bando della Regione Veneto in collaborazione con Unioncamere Veneto destinato ai maestri di sci. Si parla di oltre 3 milioni 300 mila euro che potranno essere richiesti tanto dai singoli professionisti che dalle scuole.
La montagna veneta, comunque, è pronta, forte anche di alcune novità. In vista delle Olimpiadi invernali del 2026, ad esempio,Cortina sta ristrutturando infrastrutture e impianti, come la seggiovia quadriposto in Tofana, e sta anche investendo in nuove piste, come la Panoramica Druscié, una blu da zona Caminetto alla stazione della cabinovia che sale a Col Druscié. Nuovo anche l’impianto Son dei Prade-Bai de Dones, tra Tofana e Lagazuoi. Da quest’anno inoltre Dolomiti Superski è entrato a fare parte di IkonPass, il circuito internazionale che permette di sciare senza limiti in 29 destinazioni in tutto il mondo.
Il Veneto, insomma, vuole salvare la sua industria della montagna-neve, forte anche dei numeri entusiasmanti di quella che l’assessore Caner aveva definito “un’estate senza fine”, grazie al bel tempo e alla diffusa gran voglia di vacanza. “Il mese di settembre – aveva detto – ha regalato alla nostra Regione davvero molte soddisfazioni, registrando più presenze dello stesso mese in epoca pre-Covid (+0,3%). I dati confermano che la prima regione turistica d’Italia mantiene inalterati i suoi punti di forza:l’impegno futuro sarà di pensare a un’offerta capace di accogliere i visitatori 365 giorni l’anno”. Nella speranza che dopo il drammatico stop della stagione invernale 2020-21, quella che adesso va a iniziare possa proseguire senza intoppi e con risultati altrettanto importanti.
(Alberto Beggiolini)
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