Due importanti ricorrenze il fine settimana scorso. Il quattro dicembre, al Teatro Olimpico a Roma (circa 1.800 posti) affollatissimo, sono stati commemorati i 200 anni dal primo concerto dell’Accademia Filarmonica, nata come un’associazione di musicisti “dilettanti” e diventata una delle realtà principali del panorama musicale della Capitale. Per l’occasione gran parte del mondo romano della musica si è dato appuntamento per celebrare quella che è un’esperienza principalmente romana come quella della Filarmonica. Il 5 dicembre è stato anche il 230esimo anniversario della morte di Wolfgang Amadé Mozart, che ha portato la composizione della sua ultima opera, il commovente Requiem K626, a una brusca fine. Morì nel suo appartamento nella Rauhensteingasse di Vienna alle 12.55 del 5 dicembre 1791, all’età di soli 35 anni.
La morte di Mozart è strettamente legata alla sua opera finale, il Requiem. La storia dietro l’opera di fama mondiale è degna di un romanzo gotico. Un giovane compositore di grande successo muore all’età di 35 anni, mentre è impegnato a scrivere un requiem. Ancora di più: appare un misterioso messaggero grigio, che gli porta una commissione anonima. La moglie, Constanze, ha certamente avuto una mano nel ricamare la storia, descrivendo come è iniziato il lavoro e con quale zelo suo marito ci stava lavorando. Un giorno, disse, per distrarlo lo portò al parco del Prater, dove Wolfgang le disse, piangendo, che era convinto di scrivere questo requiem per se stesso. Una macabra premonizione davvero!
Il programma del concerto della Filarmonica, eseguito dall’Orchestra Mozart diretta da Daniele Gatti, si è basato su momenti essenziali della Filarmonica. Nei primi decenni della sua storia, la Filarmonica portò a Roma in versione da concerto diverse opere di Rossini (anche un Guillaume Tell in traduzione ritmica italiana, e molto accorciato) che non trovavano accoglienza nei tre teatri d’opera dell’epoca (Apollo, Argentina e Valle). L’ouverture del Barbiere è un ricordo di quegli anni. Nel secondo dopoguerra, la Filarmonca è stata a lungo un riferimento importante per Stravinskij che spesso diresse suoi lavori, sovente in prima assoluta per l’Italia. Il lavoro commissionato a Georges Aperghis è una prima mondiale che ricorda come, nei duecento anni, l’innovazione e la ricerca siano stati una cifra della Filarmonica. Infine, la sinfonia Jupiter rammenta come il salisburghese sia stato una costante dei concerti della Filarmonica.
Il Mozarteum di Salisburgo (dove è in corso un severo lockdown a ragione della quarta ondata del Covid, ha prodotto un video per l’occasione. Celebrazioni vere e proprie sono rimandate, Covid permettendo, alla settimana mozartiana dal 27 gennaio, giorno della nascita di Mozart, al 6 febbraio, il primo, in ordine di tempo, dei quattro festival internazionali che si svolgono nella città austriaca: tre- quattro spettacoli al giorno ed un nuovo allestimento di Così fan tutte.