Babbo Natale partirà a breve a bordo della sua slitta trainata dalle fedeli renne Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido per consegnare a tutti i bambini buoni del mondo i regali richiesti nella letterina. Come vi abbiamo accennato in precedenza, la figura di Babbo Natale sembrerebbe essere fortemente legata a quella di San Nicola, vescovo di Myra, in Lycia (Turchia meridionale), le cui spoglie furono trafugate a Bari, città di cui divenne ed è tutt’oggi il Santo Patrono.
Una famosa leggenda accompagna l’esistenza del Santo: pare, infatti, che avesse aiutato concretamente un padre molto povero a far sposare le sue tre figlie che, senza dote, non avrebbero mai avuto modo di convolare a nozze. Come fece? Si narra che per due notti di fila San Nicola gettò un sacco colmo di monete d’oro da una finestra della casa della famiglia, per poi ripetere il gesto la terza sera. Trovando tuttavia la finestra chiusa, si arrampicò sul tetto della loro dimora e fece calare il sacco dal camino, stesso passaggio utilizzato da Babbo Natale ancora oggi per entrare nelle case di tutto il pianeta. Le giovani convolarono così a nozze e furono felici per il resto dei loro giorni. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
BABBO NATALE, ORIGINI E LEGGENDA
Ormai ci siamo: mancano poche ore alla notte che ogni bambino – e perché no, anche qualche adulto! – attende tutto l’anno. Siamo alla Vigilia di Natale: dunque non possiamo non parlare di Babbo Natale! Elfi a lavoro in Lapponia per impacchettare gli ultimi regali. Renne pronte a spiccare il volo e a trainare la slitta ricolma di doni per i bambini (buoni) di tutto il mondo, a patto che abbiano scritto una letterina, s’intende.
Ma dove poggia le sue origini la leggenda di Babbo Natale? Per trovare il primo riferimento ad un “portatore di doni” nella storia bisogna risalire all’antica Grecia, a Poseidone, Dio dei Mari. Ma per un Babbo Natale di matrice cristiana il punto di partenza non può che essere San Nicola, vescovo di Myra in Turchia, considerato il protettore dei bambini. La somiglianza col Babbo Natale moderno, quello che siamo tutti soliti immaginare, era palese: dalla barba lunga alla tunica rossa. Fino a pochi decenni fa il legame Babbo Natale-San Nicola era tale che nei Paesi teutonici e del Nord Europa, dal Belgio all’Olanda fino a Germania e Austria, Santa Claus veniva rappresentato ancora la divisa da vescovo. E proprio alla lingua olandese bisogna fare risalire le origini del nome con cui oggi è noto anche Babbo Natale: Santa Claus da Sinterklass. Tradotto? San Nicola.
BABBO NATALE, LO ZAMPINO DELLA COCA COLA
Tutto torna, ma è vero – come ha osservato polemicamente qualche giorno fa un altro vescovo, quello di Noto (Siracusa), monsignor Antonio Staglianò – che l’immagine del Babbo Natale moderno si deve alla Coca Cola. Dall’azienda, però, ci tengono a fare delle precisazioni: “L’idea di vestire Babbo Natale con questo colore (rosso, ndr) non è venuta a noi: era già stato rappresentato con un vestito rosso prima che diventasse protagonista delle nostre campagne pubblicitarie natalizie, in particolare dal celebre fumettista politico Thomas Nast e in una cartolina di Natale stampata da Louis Prang. Di certo Coca‑Cola ha aiutato a creare l’immagine del moderno Babbo Natale, e infatti il modo in cui la maggior parte di noi lo vede – l’uomo sorridente e paffuto con la barba bianca – viene dalla pubblicità di Coca‑Cola.
Prima Babbo Natale era stato disegnato in vari modi – anche come un elfo spaventoso – ma indossava già l’abito rosso“. Beh, diciamolo subito: ad oggi non sostituiremmo il caro vecchio Babbo con un elfo simile al Grinch interpretato da Jim Carrey. Di certo c’è una cosa: al di là delle polemiche, Babbo Natale esiste nella mente e nel cuore dei bambini. Cosa c’è di sbagliato, nel far vivere loro (almeno) una notte d’incanto?