Come noto, il Governo ha deciso di prorogare al 31 marzo lo stato di emergenza. Una mossa che, secondo alcuni analisti, allontanerebbe possibili stravolgimenti del quadro politico e rafforzerebbe pertanto la possibilità che Mario Draghi resti a palazzo Chigi. Secondo Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze, “la decisione di prorogare lo stato di emergenza è strategicamente giusta, perché se la variante Omicron non verrà contenuta tramite un aumento delle vaccinazioni, rischiamo di fare come gli inglesi, che sono costretti a correre ai ripari con misure sempre più restrittive. Non si tratta però di una strategia politica, anche se indubbiamente lo stato di emergenza e il perdurare del Covid rendono felici quanti non vogliono tornare al voto rischiando di perdere il seggio in Parlamento. Dal punto di vista del premier, semmai, questa decisione apre un problema etico”.
Cosa intende dire?
Che Draghi deve decidere se rimanere in prima linea a palazzo Chigi finché l’emergenza pandemica non sarà finita oppure fare una scelta di comodo e andare al Quirinale, dove sicuramente farebbe meno fatica. Per fare un paragone con il mondo aziendale, sarebbe come se decidesse di fare il presidente anziché l’amministratore delegato di un grande gruppo.
Secondo lei, cosa deciderà di fare Draghi?
È molto difficile mettersi nei suoi panni. Non si può negare, infatti, che il Governo fatichi a fare anche le cose più elementari. Per esempio, per quanto riguarda il Reddito di cittadinanza, perché non fa in modo che i percettori occupabili siano destinati, in attesa di una collocazione, ai lavori socialmente utili? Probabilmente il premier vorrà vedere anche come si concluderà l’iter parlamentare della Legge di bilancio prima di fare le sue valutazioni.
Come vede intanto la corsa al Quirinale?
La questione mi pare abbastanza semplice: abbiamo due candidati di serie A, Draghi e Berlusconi; se il primo fa capire che preferisce restare dov’è e il secondo non raggiunge i voti necessari, bisogna passare a un candidato di serie B, un compromesso tra schieramenti su un tecnico.
È da scartare l’ipotesi di un bis di Mattarella?
Sì, non solo per la volontà che ha già manifestato, ma anche perché è evidente che nel caso in cui Berlusconi non avesse i numeri e ci fossero due blocchi contrapposti si andrebbe alla ricerca di un compromesso, non a ripescare chi c’era prima. In queste elezioni presidenziali purtroppo mancano i kingmaker, come per esempio lo fu Craxi.
Non ci sono kingmaker salvo Draghi. Se lui optasse per il Quirinale avrebbe di fatto l’elezione in tasca…
Beh certo, ma non so perché dovrebbe desiderare di andare al Quirinale per sette anni e non puntare invece a ricoprire incarichi internazionali più importanti, primo dei quali il presidente della Commissione europea. L’Ue andrebbe rimessa a posto e lui potrebbe dare un importante contributo.
Conte e Letta non escludono di presentare un candidato comune per il Quirinale. Quale potrebbe essere?
A me pare un modo per cercare di aggregare M5s al Pd, ma è difficile pensare a un nome che possa unirli.
Forse potrebbe essere Sassoli, che non correrà per la riconferma alla Presidenza del Parlamento europeo, visto anche che il Pd si è espresso a favore dell’ingresso di M5s nel Pse…
Sì, Sassoli potrebbe essere un candidato unitario per Pd e M5s, ma non penso che poi verrebbe eletto. Inoltre, non si capisce quale sia il vero leader dei 5 Stelle. A me sembra sia Di Maio, ma anche Conte pensa di esserlo. Quindi, non è detto che tutti i parlamentari pentastellati seguirebbero le indicazioni dell’ex premier.
Chi potrebbero essere i candidati di serie B per il Quirinale frutto di un compromesso di cui ha parlato prima?
Si fa già il nome della Cartabia, anche perché si avrebbe così il primo presidente della Repubblica donna. Da questo punto di vista, però, credo che possa avere più chance la Casellati, anche perché è presidente del Senato, una figura cui si guarda in situazioni importanti insieme a quella del presidente della Camera, solo che Fico è troppo di parte. Altrimenti un altro candidato di compromesso potrebbe essere Casini. Devo ammettere che teoricamente potrebbe essere anche Gianni Letta, ma dubito, ammesso che sia interessato, che possa raccogliere i consensi necessari. Purtroppo non vedo molti possibili candidati, sia per la qualità della classe politica che dei tecnici a essa collegati.
(Lorenzo Torrisi)
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