Perdita dell’olfatto, mal di testa, difficoltà cognitive, mal di gola e occhi sono sintomi persistenti per il 2-8% di bambini e adolescenti contagiati dal coronavirus e affetti quindi dal long Covid. È quanto segnala l’analisi di 22 studi, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Infection. Due in particolare, suggeriscono che il 5-4% può avere sintomi persistenti anche per 4 o più settimane dopo l’infezione acuta. Questi dati suggeriscono che la «prevalenza è molto più bassa di quanto suggerito da molti studi non controllati di bassa qualità». Per quanto riguarda tali soggetti, i sintomi come la fatica (47%) e il mal di testa (35%) erano tra quelli più comunemente riportati.
I ricercatori fanno notare che la fatica sembra essere comune nei bambini e adolescenti con la sindrome post Covid nota come long Covid, ma sono stati riportati anche dopo altri coronavirus come la sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers) e la sindrome respiratoria acuta grave (Sars), nonché i virus Epstein-Barr, Dengue, Zika, Ebola e Chikungunya. Inoltre, il mal di testa è un sintomo neurologico comunemente riportato nell’infezione acuta da SARS-CoV-2 e può persistere dopo l’infezione acuta.
LONG COVID, DA STUDIARE FREQUENZA E GRAVITÀ SINTOMI
«Abbiamo trovato prove che il sesso femminile, le comorbidità sottostanti e l’aumento dell’età sono associati a un aumento del rischio di sintomi persistenti dopo l’infezione da SARS-CoV-2 in bambini e adolescenti», scrivono i ricercatori. Per quanto riguarda il sesso femminile, queste evidenze sono coerenti con un rischio maggiore osservato con altre sindromi post-virali e negli adulti con sindrome post Covid. Anche se la prevalenza di long Covid in questa fascia è più bassa di quanto fosse stato precedentemente indicato, gli autori di questa analisi ritengono urgente la necessità di fornire servizi sanitari ed educativi a coloro che sperimentano questi sintomi post Covid.
«È necessario un ulteriore lavoro per comprendere la frequenza di particolari gruppi di sintomi e la gravità e la limitazione funzionale ad essi correlata, al fine di informare sia le strategie di prevenzione che di trattamento». Ma c’è anche la necessità di capire la relazione tra i problemi di salute mentale durante la pandemia e i cluster di sintomi, perché alcuni possono essere attribuibili alle pressioni della società riguardo la pandemia.