È morta Assunta Maresca, detta Pupetta: è considerata la prima boss donna della storia della Camorra. Aveva 85 anni e si è spenta nella sua abitazione a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli.
Nata da una famiglia di malviventi, nel 1955, a soli 20 anni, al sesto mese di gravidanza, uccise Antonio Esposito, il mandante dell’omicidio del marito, Pasquale Simonetti, soprannominato Pascalone e Nola. Il primogenito Pasqualino nacque in carcere, dato che la donna era stata condannata a 13 anni e 4 mesi di carcere per l’assassinio. Dopo oltre un decennio di detenzione fu graziata, ma non riuscì a rimanere lontano dai guai. Nel 1981 fu accusata infatti di essere la mandante dell’omicidio di Ciro Galli, uomo di Raffaele Cutolo, ma fu assolta. Poco dopo fu arrestata poiché accusata di aver ordinato l’omicidio di Aldo Semerari, il criminologo e psichiatra che aveva dichiarato pazzo Cutolo, e successivamente nuovamente assolta.
Pupetta Maresca è morta: la sua storia tra Camorra e fiction
La storia di Pupetta Maresca, morta nelle scorse ore a 85 anni, ha al centro la Camorra, ma a fare da contorno ci sono tante vicende personali: dalle storie d’amore con camorrista Umberto Ammaturo, dal quale ebbe due gemelli, Roberto e Antonella, alla scomparsa del primo figlio Pasqualino, il cui corpo non fu mai ritrovato, il quale secondo molti sarebbe stato ucciso proprio dal secondo marito della madre.
Alla prima boss donna della Camorra, proprio per tale intreccio di vicissitudini, è stata dedicata anche una fiction, andata in onda su Mediaset nel 2013. Ad interpretarla fu Manuela Arcuri. Ella stessa in passato aveva persino tentato la carriera cinematografica, recitando nel 1967 la parte della protagonista in un film a lei vagamente ispirato, dal titolo Delitto a Posillip. Da giovane, inoltre, aveva anche vinto un concorso di bellezza. Il destino, tuttavia, l’ha poi condotta altrove, sulla strada della malavita.