Il vaccino anti Covid nelle future mamme suscita livelli alti di anticorpi in qualunque momento della gravidanza, ma se la seconda dose viene somministrata nel terzo trimestre allora si arriva al parto con livelli più alti. Livelli maggiori raggiungono le donne che riescono a ricevere la terza dose di richiamo poco prima del parto. È quanto emerge da uno studio dei ricercatori della Weill Cornell Medicine e del New York Presbyterian Hospital che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Obstetrics & Gynecology. La ricerca ha esaminato i livelli di anticorpi contro la proteina spike del coronavirus nel sangue di quasi 1.359 donne al momento del parto e in altrettanti campioni di sangue del cordone ombelicale dei neonati.
Dallo studio è emerso che gli anticorpi erano generalmente rilevabili al momento del parto, nel sangue materno così come in quello cordonale, tra tutte le donne completamente vaccinate, a prescindere dai tempi della loro prima dose di vaccino. Nelle donne che non avevano invece completato il ciclo vaccinale durante la gravidanza entro il momento del parto, i livelli di anticorpi erano inferiori in maniera significativa. Invece nelle 20 donne che avevano riferito di aver ricevuto una dose di richiamo nel terzo trimestre i livelli di anticorpi erano molto superiori della media.
VACCINO E GRAVIDANZA”MOMENTO MIGLIORE? ORA”
I risultati suggeriscono che le donne incinte non dovrebbero ritardare la vaccinazione fino alla fine della gravidanza. Da studi precedenti era emerso come l’infezione da Covid tende ad essere più grave per le donne incinte e ad aumentare i rischi di parto pretermise, di mortalità alla nascita e di altri esiti avversi per i neonati. Dunque, questo studio conferma l’importanza per le donne incinte di vaccinarsi per difendere se stesse e il proprio figlio. «Le donne spesso chiedono qual è il momento migliore per la vaccinazione del bambino, i nostri dati suggeriscono che è ora», ha dichiarato il dottor Malavika Prabhu, assistente professore di ostetricia e ginecologia alla Weill Cornell Medicine e ostetrico e ginecologo al NewYork-Presbyterian/Weill Cornell Medical Center.
«Questi risultati dello studio sono coerenti con quello che vediamo con altri vaccini materni come l’influenza e il Tdap, che, se somministrati durante la gravidanza, proteggono la madre e il bambino», ha aggiunto l’autrice senior Laura Riley, presidente del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia al Weill Cornell Medicine e ostetrica-ginecologa in capo al NewYork-Presbyterian/Weill Cornell Medical Center. I ricercatori ora pianificano ulteriori studi per esaminare gli effetti del vaccino e del richiamo in diverse condizioni materne, e nel contesto della diffusione della nuova variante Omicron della SARS-CoV-2.