RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO
Elsa Fornero spiega di essere “sempre stata favorevole al metodo contributivo, integrato da elementi di solidarietà, a loro volta finanziati da contribuzioni figurative a carico della fiscalità generale, che è progressiva e non dai contributi sociali (gravanti in misura proporzionale sul solo reddito da lavoro) per i periodi di disoccupazione, assenza dal lavoro per formazione e/o per assistenza a famigliari disabili. È un metodo trasparente, di facile comprensione, che incentiva il lavoro anziché penalizzarne la continuazione, e che non crea privilegi. È un metodo che incorpora in modo quasi naturale la flessibilità, oggi tanto richiesta, peraltro senza la disponibilità a pagarne il costo in termini di minore importo della pensione quando l’età di pensionamento è più bassa”.
L’IMPORTANZA DELL’OCCUPAZIONE
L’ex ministra del Lavoro, intervistata da pensionipertutti.it, evidenzia però di avere qualche riserva sulla sua eventuale applicazione retroattiva, perché “in genere, le regole si cambiano per il futuro, non anche per il passato”. Fornero sottolinea anche la necessità “che la classe politica, e con essa i cittadini, si rendano conto che il nostro problema, oggi, non è mandare più lavoratori in pensione per ‘fare spazio ai giovani’ (un assunto peraltro profondamente sbagliato) e neppure una nuova riforma delle pensioni (salvo aggiustamenti, sempre necessari); il nostro problema piuttosto è il troppo basso tasso di occupazione di tutte le classi di età. È solo con il lavoro, e con il reddito che esso produce, e non con le promesse politiche, che si potranno avere in futuro buone pensioni, a un’età ragionevole di uscita dal mondo del lavoro”.
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