CAOS D’ALEMA-PD-RENZI: PARLA BERSANI
Assieme a Roberto Speranza e Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani è stato il fondatore di “Articolo 1”, confluito poi nel cartello elettorale di “Liberi e Uguali” (LeU) con Sinistra Italiana. Dopo il “caos” generato dalle parole di D’Alema contro il Pd dell’epoca renziana, l’ex Premier non ha voluto replicare alle “risposte” giunte ieri da Renzi ed Enrico Letta: così a parlare ci pensa Bersani, in un colloquio ‘intercettato’ dal ‘Corriere della Sera’.
«Non siamo nati per fare una parrocchietta. Siamo nati per tenere viva l’idea di una grande forza della sinistra plurale. Abbiamo visto per tempo sia la prospettiva di un campo progressista sia i rischi di deriva del renzismo. Adesso, più che da noi, dipende dal Pd. Ci dica. Noi decideremo nel nostro collettivo», spiega l’ex Segretario Dem e scissionista con Art.1. Le “condizioni” per il rientro della pattuglia guidata dal Ministro della Salute Roberto Speranza all’interno del Partito Democratico a guida Letta ci sono tutte, ma le polemiche generate dalle parole di D’Alema («Pd è guarito dalla malattia del renzismo») non stanno aiutando il sereno ‘reintegro’.
LA SFIDA DELLA SINISTRA ALLE “PORTE” DEL COLLE
Bersani resta nel “mezzo”: non prende distanze da D’Alema ma neanche aggiunge sale alla ferita intercorsa (non certo da ieri) tra Renzi, Letta, Pd, LeU e il Centrosinistra in generale. Il tutto – come già evidenziavamo nel focus di ieri – con l’elezione del Colle alle porte e con un difficile tentativo posto dal segretario Dem per evitare che il leader di Italia Viva voti assieme al Centrodestra il nuovo Presidente della Repubblica. Da un “vecchio” navigante del Pd come Luigi Zanda giunge la “bacchettata” alle dichiarazioni di Massimo D’Alema: «il termine malattia deve esser sfuggito a DAlema, si addice ai regimi, non alle democrazie. E la storia da ragione a chi è rimasto nel PD». Insomma, quanto detto da D’Alema non ha certo aiutato la ricomposizione del “campo largo”, comprendente anche la componente più centrista-renziana. L’obiettivo di Letta però non sembra guardare solo a quell’ipotesi: le consultazioni “private” e permanenti da qui fino all’elezione del Quirinale con Conte e Speranza rappresentano un tentativo di comporre l’unitarietà della Sinistra anche qualora il governo Draghi si interrompesse per la salita al Colle dell’attuale Premier. Una possibile “nuova maggioranza” (modello “Ursula” come in Europa) con Forza Italia dentro ma senza più la Lega di Salvini. Ipotesi che Bersani (e forse anche a D’Alema) non dispiace affatto…