“Più volte hanno detto che dovevo essere eliminata“. Così suor Liana, 86 anni, ex madre superiora dell’istituto religioso della «Compagnia Regina dei Gigli» con sede in viale Jonio a Roma. Un’accusa per maltrattamenti, lesioni aggravate e violenza privata rivolta a due preti e due suore su cui indaga la Procura di Roma. Tutto sarebbe iniziato nel maggio 2016, quando dopo un vero e proprio braccio di ferro, spalleggiate da due preti, sarebbe stata esautorata dal suo ruolo di responsabile dell’istituto. Della vicenda si è occupata “La Vita in Diretta” su Rai Uno, specificando come, dopo aver perso la direzione, a partire dal luglio 2017, rancori e violenze sedimentate negli anni tra le due opposte fazioni sarebbero venute a galla. Alla suora sarebbe stato soministrato il taglio dei viveri, con le sorelle vicine a lei costrette a nutrirsi di merendine.
Suor Liana: “Le consorelle volevano uccidermi”
Secondo il racconto di suor Liana, le comunicazioni con l’esterno delle suore dell’istituto “Compagnia Regina dei Gigli” avrebbero subito delle limitazioni. Ma non sarebbero mancate nemmeno minacce di licenziamento a chi si mostrava fedele all’anziana guida e intimidazioni, come quando le consorelle non trovando il detersivo per lavare i tavoli del refettorio, avrebbero preso una bottiglia buttandola ai piedi di suor Liana, nel cucinotto dove si trovava: “Se ci avessi messo un piede sopra certamente sarei caduta dalle scale“, dice oggi l’anziana donna. Chiesto il perché di un gesto simile, la suora pare abbia ricevuto in cambio un’aggressione fisica, con le consorelle intente a metterle le mani al collo e a pronunciare questa frase “Ora non hai più scampo“. Solo uno dei tanti episodi inquietanti riferiti da suor Liana, che ha detto di aver trovato anche una candella spenta per terra: secondo le sue rivali presagio di morte. Oggi suor Liana è stata costretta a lasciare l’istituto e vive in affitto a Roma con altre consorelle. Sarà il giudice monocratico ad esprimersi sulla vicenda.