Una nuova salita. “Il 2022 sarà un anno pesantissimo, ce lo siamo già giocato fino ad aprile e anche se la stagione estiva darà una boccata d’ossigeno, in autunno ci potrà esporre ad una nuova battuta d’arresto”: lo sostiene Vittorio Messina (in un lancio Adnkronos), presidente di Assoturismo-Confesercenti, la verticale di categoria che riunisce le imprese del settore iscritte alla confederazione. Anche il nuovo anno, dunque, potrebbe seguire un andamento simile a quello del 2021, con buone, a volte ottime settimane centrali dell’estate (quando il virus sembra in surplace, nella siesta dovuta alle temperature più alte), e l’autunno-inverno in balìa dei contagi. “E quando la curva epidemiologica sale – continua Messina – si ferma la filiera. Abbiamo dovuto fronteggiare non tanto le disdette, quanto l’assenza di prenotazioni. Con la crescita sproporzionata dei contagi la gente non si muove. Spostiamo avanti l’asticella per una possibile ripresa alla stagione primaverile, ma non sappiamo se questo avverrà”. Un’incertezza testimoniata anche dal sondaggio di Assoturismo: due imprenditori turistici su tre prevedono che non ci sarà ripresa nel primo trimestre del 2022.
Entusiasmi estivi, dunque, cancellati dall’effetto Omicron. Il 2021 va in archivio con un tasso di occupazione camere che fa registrare il -48,6% (dati dell’osservatorio Confindustria Alberghi), con punte nelle città d’arte che toccano il -58% a Roma, il -56,1% a Firenze, il -57% a Venezia e -43% a Napoli. E con perdite nei ricavi del -55% (-65% nelle città d’arte). In questa tempesta perfetta, mentre perfino la Borsa internazionale del turismo ha dovuto alzare una mezza bandiera bianca (il salone è stato rinviato da febbraio a un aprile si spera più “sicuro”), lo scorso 31 dicembre sono scaduti gli ammortizzatori sociali legati al Covid, e non è ancora dato sapere se saranno accolte le richieste di tutto il comparto turistico, che ne chiede da tempo il prolungamento di almeno sei mesi. Ma a fine 2021 è scaduto anche il famoso bonus vacanze, lo strumento (in verità poco utilizzato) varato per incentivare i vacanzieri italiani. La dotazione del bonus conta un residuo di cassa di circa 300 milioni, ma non è scontato che questi “avanzi” restino destinati al turismo. Non è scontato per niente, tanto che il ministro Massimo Garavaglia ha dovuto già avanzare precise richieste in tal senso. Mentre le associazioni di categoria chiedono l’estensione della validità del bonus per almeno altri sei mesi, meglio ancora per un anno, a fine 2022.
Le uniche note positive, le speranze, oggi sono sostanzialmente tre.
La prima: la variante Omicron sembra più trasmissibile, ma anche meno patogena, e quindi è lecito supporre che dopo isolamenti abbreviati anche la maggioranza dei soggetti positivi (almeno quelli “trivaccinati”) o quelli che sono stati “a contatto con” possano in breve tornare a una vita prudente (mascherine, distanziamenti), ma quasi normale.
Seconda: la volontà generale è quella di non chiudere più, di evitare il più possibile i lockdown, per garantire, come dice il Premier, la continuità della ricrescita economica e la salvaguardia del sistema-Paese. Per salvare la stagione turistica invernale e la variegata industria collegata è già noto che anche se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare, con territori divenuti arancione, gli impianti di risalita non si fermeranno, ma saranno accentuate solo le precauzioni, con l’obbligo del Super Green Pass, ma nessun divieto di spostamenti, nessun coprifuoco.
Terza: il sentiment più diffuso resta ancora oggi, e anzi sempre più, quello di una vacanza o di un viaggio, un crescendo direttamente proporzionale alle limitazioni. Il proibizionismo e le restrizioni, insomma, aumentano i desideri. E quindi bisogna solo attendere che la tempesta che si diceva si trasformi in una pioggerella: il turismo sarà pronto per un poderoso rimbalzo.
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