Lucio Battisti e Mogol hanno collaborato per anni dando vita a canzoni che sono entrate di diritto nella storia della musica e sono riusciti a mantenere un legame di stima e amicizia anche quando il loro sodalizio artistico si era già concluso. Il rapporto tra l’autore e gli eredi del cantante (il figlio Luca Carlo Filippo e la moglie Grazia Letizia Veronese) non è però sempre stato idilliaco dopo la sua scomparsa, anzi.
A causare problemi tra le parti è stata la Acqua Azzurra, la società fondata dal duo, che prende il nome da uno dei suoi brani più celebri. L’azienda incassa i soldi derivanti dai diritti di sfruttamento del repertorio musicale: la vedova e il figlio detengono il 56% delle quote, il 9% è di Giulio Rapetti (Mogol, ndr), mentre il restante 35% è della casa discografica Universal Music. Rivendicare i propri diritti può avere una portata economica fondamentale: il suo patrimonio, infatti, ammonta a 16 milioni di euro, secondo una delle ultime perizie.
La causa legale tra gli eredi di Lucio Battisti e Mogol: una faida infinita
Il contenzioso che è nato tra le parti ha portato poi alla liquidazione della società della vedova e del figlio. Nel 2019 il liquidatore ha comunicato alla SIAE il mandato per l’utilizzo dei brani di Lucio Battisti online, a cui possono accedere tutti i suoi fan. L’accesso al suo repertorio può così avvenire in modo semplice e gratuito.
L’idea della vedova è quella di impedire che i suoi brani siano utilizzati per colonne sonore e pubblicità. Ed è sempre stato questo il principale motivo del contendere con Mogol, convinto che sia un peccato che canzoni così amate non possano essere sfruttate ancora.