Dicembre è sempre sinonimo di personali bilanci che, se non redatti entro la mezzanotte del fatidico giorno 31, sottopongono l’interessato a un vero e proprio stato di ansia dovuta al ritardo nell’aver iniziato il nuovo anno con il piede sbagliato. I propositi sono molti e gli auspici moltissimi per poi, con il trascorrere dei successivi giorni e settimane, scontrarsi attraverso un’inevitabile resa dei conti con la realtà. Finanziariamente è inutile dirlo: tabelle, grafici, e una moltitudine di cifre sintetizzano chi ha fatto bene e chi male nel corso degli appena trascorsi 365 giorni. Il lettore, se anche in veste di investitore, può solo prendere nota apprezzando il proprio operato oppure lamentando la qualità altrui.
Tutto questo lavoro di confronto e parallelismo è presto fatto perché individuato da numeri, quelli stessi numeri che comportano guadagni o perdite dove, tra queste ultime, bisogna obbligatoriamente comprendere la voce (talvolta apparentemente nascosta) dei relativi costi sostenuti. A venire incontro a tutti noi, al termine dell’anno che si è appena concluso, è giunta la periodica e consueta “Indagine sul costo dei conti correnti nel 2020” predisposta da Banca d’Italia: iniziare l’anno 2022 comparando le spese del proprio conto corrente con quanto rilevato potrà senza dubbio essere un buon esercizio.
Dall’analisi condotta (nella prima metà del 2021) su 12.993 conti correnti bancari (di cui 989 on line) e 979 conti correnti postali emerge come nel 2020 la spesa per la gestione di un conto corrente sia stata pari a 90,9 euro ossia «un valore di poco superiore a quello dell’anno precedente (90,7 euro). La variazione della spesa, per quanto contenuta, è il risultato di due tendenze opposte e riferibili separatamente alle spese fisse, cresciute di 4,3 euro, e alle spese variabili, diminuite di 4,1 euro; le prime sono state alimentate da alcune commissioni, come il canone di base; le seconde sono diminuite per effetto di una contrazione pressoché generalizzata dell’operatività, da mettere in relazione con l’epidemia di Covid-19».
Per i conti bancari on line e per i conti postali «sono osservabili dinamiche simili in termini di variazione dell’operatività e direzione delle spese variabili; la crescita delle spese fisse è meno pronunciata, cosicché, la spesa di gestione di entrambe le tipologie di conto è diminuita di circa un euro». Infine, osservando la casistica sul versante del credito è stato rilevato come «la commissione per la messa a disposizione dei fondi (MDF) applicata nei contratti di apertura di credito in conto corrente è risultata stabile e pari all’1,8 per cento del credito accordato; la commissione unitaria di istruttoria veloce (CIV), applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti di conto corrente, è cresciuta da 17,9 a 18,9 euro. La percentuale di clienti esentati dal pagamento della CIV è rimasta stabile attorno all’89 per cento; è diminuita, invece, la quota di clienti esentati dalla MDF (dal 42 al 36 per cento)».
Come citato, la variazione della spesa complessiva è il risultato di due tendenze opposte e riferibili separatamente alle spese fisse (cresciute) e alle spese variabili (diminuite). È opportuno evidenziare come le prime – che ammontano a 64,1 euro – rappresentano circa i due terzi della spesa complessiva in capo al correntista e tale crescita sia «attribuibile al movimento della spesa per canoni di base (2,8 euro; 1,6 nel 2019 e 3,9 nel 2018), a sua volta determinato dal maggiore canone (da 53,2 a 56,3 euro)».
Pur consapevoli che l’analisi condotta abbia un “ritardo” di un anno rispetto a quello appena concluso, il correntista in quanto tale o in veste di risparmiatore, può sicuramente trarre alcune conclusioni per quanto finora pagato al proprio intermediario soprattutto di questi tempi dove si parla sempre più spesso del logorio monetario dovuto all’inflazione: i rincari sui conti correnti finora riportati non evidenziano una stretta correlazione di pari entità con l’attuale caro vita, ma, in taluni casi, chi non fosse attento potrebbe già incappare (nonostante la rilevazione sia sui rapporti al 2020) in un significativo balzo del costo sostenuto.
A ben vedere tutto questo è assolutamente obbligatorio in capo a coloro che inseguono la cosiddetta efficienza del proprio portafoglio a partire dal primario e fondamentale controllo dei costi. Iniziare bene il nuovo anno è possibile: scegliere di farlo spetta a voi.
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