Ad un anno dall’assalto al Congresso degli Stati Uniti, Andrea Purgatori presenterà nella prima serata di oggi 9 gennaio su La7 lo speciale dal titolo: “Capitol Hill – Il giorno della paura”. Si tratta di un documentario che ripercorrerà attraverso una serie di immagini esclusive l’attacco del 6 gennaio 2021, quando i senatori del presidente americano uscente, Donald Trump, presero d’assalto il Campidoglio a Washington. Ma cosa accadde davvero? Furono in migliaia, un anno fa, i facinorosi sostenitori di Trump che intervennero con violenza nel tentativo di impedire a senatori e deputati di certificare la vittoria di Joe Biden nelle elezioni presidenziali del 3 novembre. In tutto vi furono cinque vittime, tra cui un agente.
Un anno dopo, proprio in occasione della cerimonia di commemorazione dell’assalto a Capitol Hill, Joe Biden ha attaccato l’ex inquilino della Casa Bianca: “Il 6 gennaio fu un’insurrezione armata e Donald Trump cercò di rovesciare elezioni libere, di sovvertire la Costituzione e di fermare una trasferimento pacifico dei poteri attraverso un gruppo di balordi, tutto il mondo ha visto con i suoi occhi”. A detta dell’attuale presidente Usa, gli interessi di Trump sarebbero più importanti del Paese.
Assalto a Capitol Hill: “A processo tutti i responsabili”
Ciò che è sempre stato criticato a Donald Trump durante l’assalto a Capitol Hill fu il fatto che il presidente uscente non fece nulla. “Non accettava di aver perso, era uno sconfitto, ma il suo ego è troppo forte, così ha cercato di riscrivere la storia, tessendo una tela di menzogne a danno degli interessi del Paese”, ha aggiunto Biden nel discorso di qualche giorno fa. Intanto, come riferisce l’agenzia di stampa Ansa, l’amministrazione Biden si sarebbe impegnata a portare davanti alla giustizia tutti gli assalitori del 6 gennaio 2021. A riferirlo è stato il ministro della giustizia Merrick Garland facendo il punto sull’inchiesta ed assicurando che l’indagine andrà avanti “quanto necessario”.
Dopo l’assalto non sono mancate le critiche di chi sostiene che le indagini non siano state adeguatamente veloci ma il ministro ha spiegato l’importanza delle operazioni di raccolta di prove: “Seguiamo le prove fisiche, le prove digitali, i soldi. Ma la cosa più importante è che seguiamo i fatti. Non un’agenda, non una supposizione, i fatti ci diranno dove andremo”. Garland ha inoltre aggiunto che ad oggi sarebbero state incriminate 725 persone in quasi tutti gli Usa e nel District of Columbia per l’assalto a Capitol Hill.