Sasha Donatelli, volto simbolo del reality di MTV “Ex on the beach”, è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni di “Trends&Celebrities”, su Rtl 102.5 News, nel pomeriggio di oggi, giovedì 6 gennaio 2022. Proprio nel giorno dell’Epifania, dunque, il giovane si è raccontato ai microfoni di Francesco Fredella e Simone Palmieri, evidenziando le proprie attitudini televisive e il suo desiderio di prendere parte ad altri reality show o, comunque, a nuove edizioni del format sopra menzionato, nel quale si è messo in risalto grazie alla sua personalità e ai valori che lo contraddistinguono.
In origine, però, l’universo della televisione sembrava non riguardarlo troppo da vicino, visto che il giovane Sasha nacque come calciatore professionista. Poi, però, si palesò la possibilità di prendere pare all’edizione italiana di Ex on the beach (seconda stagione), che gli regalò una popolarità inattesa e gli consentì addirittura di guadagnarsi una nuova chiamata per la terza stagione, unico concorrente nella storia del programma a livello mondiale guadagnarsi questo tipo di riconferma.
SASHA DONATELLI: “I GIOVANI NON CAPISCONO CHE PER ECCELLERE E FARE LA DIFFERENZA BISOGNA LAVORARE TANTO”
Nel prosieguo del suo intervento a “Trends&Celebrities”, Sasha Donatelli ha rivelato un curioso retroscena circa l’appellativo che gli è stato attribuito dagli autori televisivi: “Mi definiscono il Messi dei reality, perché riesco a esternare tutta la mia poliedricità. Io sono la dimostrazione che anche da contesti ritenuti magari più trash si può emergere in modo diverso, essere quella pecora nera che può fare la differenza”.
Infine, una domanda diretta: i social media hanno fatto le scarpe alla gavetta, inducendo le nuove generazioni a ritenere che per raggiungere i propri obiettivi possa bastare qualche migliaio di follower? “Purtroppo si vive con il volere tutto subito e noi giovani abbiamo il pensiero offuscato spesso da questo. Il vero segreto è invece quello di lavorare tanto per poi eccellere. È soltanto questo che fa fare la differenza agli occhi dei vertici professionali che giudicano. I giovani non comprendono e non accettano più queste parole”.