Gabriele Toccafondi, membro della Commissione Cultura (Italia Viva), è intervenuto ai microfoni della trasmissione di TgCom 24 “News Live” nel pomeriggio di oggi, venerdì 7 gennaio 2022. In particolare, il politico è stato interpellato sugli appelli lanciati in queste ore dai presidi italiani, che hanno chiesto di rinviare l’apertura delle scuole per via dell’emergenza sanitaria connessa alla pandemia di Coronavirus. Toccafondi ha replicato così: “La didattica a distanza è da evitare il più possibile, in quanto crea problemi ai ragazzi. L’anno scorso in molte regioni è stata prevalente e abbiamo parlato di catastrofe educativa. Risulta un problema soprattutto per chi fa più fatica a seguire le lezioni, ma non solo”.
Già, non solo; infatti, “la Dad rischia di bloccare tutto, perché la stragrande maggioranza delle famiglie ha figli che vanno a scuola e che non possono essere lasciati a casa da soli. Coloro che quest’anno faranno l’esame di Stato (la maturità, ndr), nell’ultimo triennio avranno fatto più ore di lezione a distanza che in presenza e questo non può che condurre a una cicatrice educativa”.
GABRIELE TOCCAFONDI: “DAD PROBLEMA CHE RICADE A CASCATA SULLE FAMIGLIE. SERVONO DATI CERTI”
Nel prosieguo del suo intervento in collegamento telefonico nel corso della rubrica di TgCom 24, Gabriele Toccafondi sulla questione scuola ha aggiunto: “Io capisco i dirigenti scolastici, capisco il momento, ma capisco anche che i giovani hanno bisogno di stare insieme in presenza, perché la scuola non è solo una trasmissione di nozioni. Se vogliamo aiutarli davvero, dobbiamo lavorare sui tamponi, sui tracciamenti, sul trasporto pubblico e soprattutto sui vaccini. Il tema della dose di richiamo, il cosiddetto booster, poi, è fondamentale”.
Insomma, la didattica a distanza deve essere rifuggita il più a lungo possibile, ha concluso Toccafondi: “Genererebbe una questione che a cascata ricadrebbe sulle famiglie, dal momento che un genitore non può lasciare un figlio a casa perché tanto c’è il video che lo tiene occupato… Prima di arrivare alla didattica a distanza, occorre avere dati seri e certi su cosa sta accadendo nelle nostre scuole”.