Marco Travaglio ospite oggi di Domenica In, per la prima volta. “Qua il livello si alza!”, ha scherzato subito Mara Venier. L’occasione è stata la presentazione del suo libro su Indro Montanelli, uno dei suoi idoli da ragazzo: “Era l’unico giornalista che capivo, informava e divertiva”, ha commentato. “L’ho fatto con la speranza che i giovani possano riscoprire il giornalismo scritto, che ti puoi divertire, riempire, elevare leggendo chi non c’è più o chi c’è ancora e frequentare le edicole, posto bellissimo ma spesso trascurato”, ha aggiunto.
Il giornalista ha raccontato l’incontro con Montanelli nel 1987, quando riuscì a farli recapitare la cartellina dei suoi articoli. Solo dopo sei mesi ricevette una telefonata: “Pensavo fosse uno scherzo, poi invece era lui che mi diceva che gli erano piaciuti i miei articoli e che pagando qualcosa avrei potuto iniziare a scrivere”. Nel 1994 seguì Montanelli a La Voce anche se poi durò molto poco.
Marco Travaglio ed il suo pensiero su Indro Montanelli
Parlando di Indro Montanelli, Marco Travaglio ha aggiunto: “La sua vita è stata sempre un tentativo di scappare dai padroni, era un uomo libero”. Essendo stato fascista e visto con sospetto, tornò al Corriere della Sera, fino a scontrarsi e licenziato per poi decidere di fare un giornale senza padroni, Il Giornale, inizialmente in piedi grazie ad un gruppo di giornalisti usciti dal Corriere. Il primo aiuto glielo diede proprio Berlusconi, che lo lasciò libero fino al ’94, ovvero con il suo ingresso in politica. Da qui la nascita di un altro giornale indipendente che era La Voce ma che dopo pochi mesi ha chiuso.
Il libro su Montanelli da cosa nasce? “Lui era convinto che dopo la sua morte lo avrebbero dimenticato”, ha commentato Travaglio, “in realtà non è così. Tra i grandi giornalisti che abbiamo perso è il più citato, ricordato e che continua a fare scandalo ancora adesso”, ha spiegato. Montanelli continua a far discutere perché “è l’alfiere di un giornalismo senza padroni. Lui rimane un monito”.