«Non andare a scuola e poi in pizzeria e a fare sport? Non ha senso chiudere la scuola prima di tutto il resto, non ci sono i motivi per farlo, la situazione è molto diversa grazie ai vaccini, Il governo ha la priorità che la scuola stia aperta in presenza»: avrà probabilmente “trasalito” il consulente del Ministro Speranza, Walter Ricciardi, nel sentire queste parole pronunciate da Mario Draghi nella conferenza stampa da Palazzo Chigi in merito alle misure adottate dal Governo sul fronte Covid.
Prima dell’intervista a SkyTG24, il docente e professore aveva spiegato a “Il Mattino” come nel decreto Covid approvato il 5 gennaio scorso si fosse andati del tutto «contro la scienza. Non si stanno prendendo decisioni sulla base delle evidenze scientifiche. In questo modo non si fermerà la pandemia. E le scuole chiuderanno de facto, perché con i contagi in classe scatterà la didattica a distanza». In conferenza stampa è poi giunta una risposta “indiretta” dal Premier Draghi e dallo stesso Ministro della Salute Speranza: «ci sarà aumento di classi in Dad nelle prossime settimane ma bisogna respingere il ricorso generalizzato alla didattica a distanza», ha spiegato Draghi, subito dopo il leader di Leu, «meno del 10% di over-12 è non vaccinato ma occupa 50% in area medica e due terzi delle terapie intensive. 89,41% è vaccinato e questo riduce pressione sugli ospedali: serve quindi limitare ancora di più l’area dei non vaccinati, questa è stata la scelta del Governo con pieno e compiuta evidenza scientifica». (agg. di Niccolò Magnani)
Il nodo della scuola
Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute e presidente della Federazione Mondiale della Sanità pubblica, attraverso un intervento nel programma “Buongiorno”, su Sky Tg24, ha dichiarato che sulle scuole sono mancati precisi interventi strutturali e che oggi, questa mancanza, potrebbe far alzare i contagi alle stelle.
La riapertura delle scuola in presenza dopo le vacanze natalizie, senza l’introduzione di ulteriori e specifiche disposizioni anti-contagio, non è stata, secondo il professore, una mossa vincente contro il virus: “Quando parlo di mancanza di interventi strutturali sulla scuola – specifica Ricciardi – mi riferisco al fatto di prestare alla scuola una particolare attenzione, in tutti gli aspetti, dalla purificazione dell’aria alle mascherine. Ma anche al personale, a una serie di procedure, ai trasporti locali, un’altra grande carenza, che sono stati rafforzati in maniera non sufficiente. Un’attenzione a un settore primario, che giustamente il governo vuole tenere aperto e non chiudere mai. Però, bisogna contemperare con fatti concreti una gestione scientifica anche della scuola. Secondo me, sulla scuola e i trasporti locali si poteva fare molto di più”.
Le misure anti-contagio di Walter Ricciardi
Non è mancato l’appello alla vaccinazione degli under 12. Walter Ricciardi, infatti, ha parlato dei numeri e di quale sia la percentuale ottimale dei vaccinati in questa fascia di età, per diminuire la circolazione del Coronavirus. “Per garantire una scuola in sicurezza, sulla vaccinazione anti-Covid dei bambini bisognerebbe raggiungere la percentuale maggiore possibile. Di fatto, quello che dice il virus è che, quando non raggiungiamo percentuali alte, i bambini si infettano. Teoricamente parliamo del 90-95%: mi rendo conto che sia una percentuale che sembra altissima, ma non lo è, se consideriamo la contagiosità di questo virus”.
Secondo il consigliere scientifico del Ministro della Salute, l’andamento della pandemia è ancora in movimento, con un picco non ancora raggiunto e che si può raggiungere solo se si adottano le misure anti-contagio. Quelle messe in atto dal governo, secondo Ricciardi, non sono ancora sufficienti per arrivare rapidamente al picco, che continuerà probabilmente ad essere spostato a fine gennaio e inizio febbraio. “Per me sarebbe stato meglio estendere il Super Green Pass a tutti i luoghi di lavoro: questo avrebbe esercitato un primo effetto riduttivo. Il secondo suggerimento che abbiamo dato, era quello di ampliare la copertura vaccinale obbligatoria per il personale a contatto con il pubblico, che avrebbe così aumentato la protezione. La terza cosa è incrementare il ritmo di vaccinazione nelle scuole. Queste tre misure avrebbero agito non solo nella riduzione della mortalità, come farà la vaccinazione obbligatoria per gli over 50, ma anche sulla riduzione della morbosità e del numero di casi”.