IL PUNTO CHE INTERESSA I GIOVANI
In un articolo pubblicato su investireoggi.it viene ricordato che “la riforma pensioni tiene banco non solo tra pensionati o lavoratori prossimi al traguardo pensione ma anche tra i più giovani che, in ottica preventiva, pensano alla pensione futura. Gli scenari non sono dei più ottimistici inutile negarlo. Ma bisogna anche frenare la tendenza agli allarmismi non fondati”. Questo perché il sistema contributivo consente il pensionamento dopo 20 anni di contribuzione, e a 64 anni di età, purché si sia maturato “un importo della pensione mensile pari a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale (ovvero 460,28 euro). A conti fatti almeno 1.288,78 euro! Chi non perfeziona questo requisito, anche avendo versato contributi per venti anni, dovrà aspettare i 67 anni per andare in pensione con almeno 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Fallito anche questo traguardo la pensione arriva a 71 anni, questa volta senza un minimo di importo pensione da raggiungere (e in questo caso basterebbero anche 5 anni di versamenti). Dunque la pensione arriverà per tutti. Il punto è quando e quanto”.
CHI ACCEDERÀ ALLA QUOTA 102
Stando alla relazione tecnica inserita nella Manovra 2022, i beneficiari della riforma pensioni di Quota 102 – di cui qui sotto riportiamo le modalità per la presentazione della domanda sul portale INPS – saranno circa 16.800.
L’assegno medio calcolato sarà di 26mila euro e in totale il costo è di 175,7 milioni di euro per lo Stato: dal 2023 invece, i potenziali beneficiari della misura pronta a tramutarsi in Quota 104 salirebbero a 23.500 per poi ridiscendere nel 2024 a 15 mila persone. Le stime fatte invece dal centro studi della Cgil sono più basse di quelle del MEF: «Quota 102 e 104, tra il 2022 e il 2023, coinvolgerebbero solo 10mila persone circa». Ancora ieri il leader Maurizio Landini ha posto nuovo “pressing” al Governo per convocare al più presto i sindacati in modo da proseguire/impostare i lavori sulla nuova riforma pensionistica post-Fornero. (agg. di Niccolò Magnani)
QUOTA 102, LE INDICAZIONI INPS PER LA DOMANDA
L’Inps ha fornito con un messaggio diffuso ieri le indicazioni utili per la presentazione della domanda per accedere a Quota 102, la nuova misura di riforma pensioni che ha sostituito Quota 100 e che resterà in vigore per un solo anno. Come spiega il sito di Ipsoa, “la domanda di pensione deve essere presentata tramite i servizi on line, sul sito www.inps.it, accessibili nella sezione ‘Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci’. Una volta effettuato l’accesso e scelta l’opzione ‘NUOVA PRESTAZIONE PENSIONISTICA’, occorre selezionare in sequenza: – ‘Anzianità/Anticipata/Vecchiaia’ – ‘Pensione di anzianità/anticipata’ – ‘Requisito quota 102’. Devono, infine, essere selezionati il Fondo e la Gestione di liquidazione. Possono presentare la domanda i lavoratori iscritti alle Gestioni private, alla Gestione pubblica e alla Gestione spettacolo e sport, anche al fine di chiedere il cumulo dei periodi assicurativi per il conseguimento del diritto alla pensione ‘quota 102’”. Ovviamente la domanda potrà essere presentata anche tramite patronati, intermediari abilitati o call center dell’Inps.
LE TEMPISTICHE PER GLI ARRETRATI AGLI EX STATALI
Come noto, il rinnovo del contratto degli statali porterà benefici anche agli ex dipendenti pubblici che sono andati in pensione negli ultimi tre anni. “A chi ha lasciato il lavoro tra il 2019 e il 2021, spetteranno pro-quota, anche gli arretrati derivanti dagli aumenti previsti nel nuovo contratto”, ricorda pamagazine.it, che si preoccupa anche di chiarire le tempistiche con cui ciò avverrà. “Dopo la firma avvenuta il 5 gennaio scorso, il contratto è stato ora trasmesso ai Comitati di settore. Inizierà adesso una prima procedura di verifica affidata alla Ragioneria generale dello Stato. Secondo quanto riferito dal presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, questa verifica dovrebbe concludersi entro la fine del mese. Poi il contratto sarà trasmesso alla Corte dei Conti per la validazione. Una procedura che ha un tempo stabilito di 15 giorni. Tra la metà e la fine di febbraio, insomma, il testo dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri per la ratifica finale. A marzo potrebbero arrivare gli aumenti in busta paga”.
RIFORMA PENSIONI, GLI EFFETTI DEL NUOVO TASSO DI INTERESSE LEGALE
Come ricorda corriere.it, dal primo gennaio scorso è operativo il decreto del ministero dell’Economia che innalza il tasso di interesse legale dallo 0,1% all’1,25%. Un balzo notevole dovuto principalmente al rialzo dell’inflazione. Come spiega Guido Spiniello, dottore commercialista e revisore dei conti, membro del direttivo dell’Ugdcec (Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili) di Napoli, “l’impatto principale del rialzo del tasso di interesse legale sarà sulle dilazioni dei pagamenti delle tasse e dei tributi”, con l’avvertenza che “il tasso si applica sul ritardo a partire dal primo gennaio 2022, mentre per gli anni precedenti si applica il tasso previsto per quell’anno”. Un impatto ci sarà però anche sul fronte delle pensioni.
COSA CAMBIA PER CONTRIBUTI E PENSIONI INPS
Infatti, “il tasso di interesse legale si applica anche in caso di ritardo nel versamento dei contributi assistenziali e pensionistici. Aumenteranno le sanzioni dovute sui contributi previdenziali versati in ritardo da imprese e lavoratori. Lo stesso vale però gli interessi sulle pensioni, prestazioni e indennità corrisposte dall’Inps ai diretti interessati in ritardo rispetto alla prima data utile di decorrenza. L’impatto per i contribuenti che abbiano diritto a un rimborso, che sia da parte del Fisco o degli enti pensionistici, sarà positivo. E questo accade quando si vince una causa con l’Inps”. Va infine evidenziato che se l’inflazione continuerà a crescere nei prossimi mese, è probabile che il tasso di interesse legale venga ulteriormente innalzato nel 2023.
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