Al Bano Carrisi, intervenuto in data odierna in qualità di ospite a “Oggi è un altro giorno”, trasmissione di Rai Uno condotta da Serena Bortone, ha raccontato i retroscena legati alla sua vita e descritti ampiamente anche nella sua autobiografia. Il cantante ha rivelato inizialmente che a scuola “il bidello mi disse che ero figlio di contadini e mi chiese dove volessi andare. Era quasi una croce sulle spalle essere di umili origini, come andare sul monte Golgota. Devo dire, però, che dopo essere arrivato a Milano ho letto e sentito tanto Papa Giovanni Paolo XXIII, che parlava della sua famiglia contadina. Mi ha dato una grinta e una carica dentro incredibili. Se io sono nato in quell’ambiente, cosa ho fatto di male? Io sono stato più ricco in quel periodo che non dopo”.
Nella città meneghina, per Al Bano si palesarono momenti molto difficili: “Ero arrivato a Milano e mi dicevano t*rrone. Io non capivo cosa mi stessero dicendo, quella lingua, che dopo un po’ mi divenne anche simpatica. Una volta, però, mi hanno fatto arrabbiare tantissimo. Ho spaccato un intero ristorante in piazza Duomo. Lavoravo lì e mi avevano scambiato per uno schiavetto, mi facevano lavorare senza sosta. Avevo fatto 6 mesi senza un giorno di riposa, poi udii certi discorsi che non mi piacquero e reagii come non avrei dovuto”.
AL BANO CARRISI: “APRII IL CONCERTO DEI ROLLING STONES”
Al Bano ha ripercorso la sua amicizia con Montserrat Caballé: “Ogni volta che ci incontravamo era come se mi conoscessimo da sempre. La mia aria preferita? Nessun dorma, ma ce ne sono altre. Non si tratta di musica, si tratta di medicine, che ti ravvivano la giornata”.
Nel maggio 1967 Al Bano aprì il concerto dei Rolling Stones a Milano, precedendo di fatto i Maneskin: “Io avevo lavorato per due anni nel clan Celentano, poi mi chiamarono per cantare nei live di Adriano. La differenza tra i suoi e quelli dei Rolling Stones consiste nel fatto che con questi ultimi ogni sera il concerto era uguale, mentre con Adriano era sempre uno spettacolo nuovo”.