BIANCHI E L’IMPEGNO PER NON CHIUDERE LA SCUOLA
Dopo averlo ribadito con forza ieri nella conferenza stampa con il Premier Mario Draghi, nel secondo giorno di apertura della scuola dopo le vacanze natalizie il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi rinnova l’impegno del Governo a tenere le lezioni in presenza.
Dal forum de “La Stampa” – ‘30Minuti al Massimo’ con il direttore Giannini – il n.1 del Miur ha confermato i buoni numeri nelle scuole: «tutto sommato abbiamo avuto situazioni con molti problemi ma gestibili. I nostri presidi hanno saputo gestire anche la situazione di oggi». Tenendo aperto, continua Bianchi, «Abbiamo fatto una scelta di unità del Paese che è il principio per cui la scuola deve essere l’ultima a chiudere». Come ha spiegato ieri il Presidente del Consiglio, anche il Ministro riflette sull’illogicità di chiudere dal momento in cui tutto il resto è “aperto”: non solo, «Abbiamo avuto il massimo dei contagi con la scuola chiusa, e avere la scuola chiusa con i ragazzi che hanno altro contatti non sarebbe spiegabile. Non è una sfida, ma un impegno collettivo».
“SCUOLE APERTE FINO A FINE GIUGNO? NE PARLEREMO”
Nessuna chiusura ma ma anche nessuna preclusione, eventualmente, al prolungamento dell’anno scolastico fino a fine giugno: spiega Patrizio Bianchi al direttore de “La Stampa”, «Finora non è stato perso nemmeno un giorno, a differenza degli anni passati. Nel caso si dovessero articolare diversamente i giorni a venire possiamo prendere in considerazione l’ipotesi, d’accordo con le regioni». Il Ministro dell’Istruzione non intende demonizzare la didattica a distanza, ma persegue l’idea che non si possa generalizzare una chiusura come avvenuto invece durante la precedente esperienza di Governo (Conte-2, ndr): «La Dad non è il demonio, ma non deve essere un provvedimento generalizzato. Deve essere usata in maniera specifica e in un tempo specifico». Quella lanciata da Draghi e dal Governo non è però una “sfida”, conclude il Ministro Bianchi, bensì «un impegno collettivo, bisogna richiamare tutti alla responsabilità di un impegno unitario non solo per tenere aperta la scuola ma per mettere i ragazzi in condizioni di fare attività. Nel decreto del 5 gennaio ci sono anche regole per affrontare eventuali situazioni che possono essere difficili. Ce lo aspettiamo, teniamo conto di tutte le situazioni possibili».