Dopo le precisazioni del governo sui supermercati e le merci che possono acquistare coloro che non sono vaccinati e che quindi sono sprovvisti di green pass, si apre un altro caso riguardo il nuovo Dpcm del 21 gennaio 2022. Riguarda il passaporto. Senza il certificato verde ci si può recare negli uffici delle forze di polizia e in quelli delle polizie locali, ma nel decreto sono state fissate precise condizioni. Vengono riconosciute le «esigenze di sicurezza», per le quali però è consentito l’accesso agli uffici aperti al pubblico della Polizia e delle polizie locali, «allo scopo di assicurare lo svolgimento delle attività istituzionali indifferibili, nonché di quelle prevenzione e repressione degli illeciti».
Inoltre, sono riconosciute le «esigenze di giustizia», per le quali è permesso l’accesso agli uffici giudiziari e agli uffici dei servizi sociosanitari senza green pass «esclusivamente per la presentazione indifferibile e urgente di denunzie da parte di soggetti vittime di reati o di richieste di interventi giudiziari a tutela di persone minori di età o incapaci, nonché per consentire lo svolgimento di attività di indagine o giurisdizionale per cui è necessaria la presenza della persona convocata».
NUOVO DPCM: SCOPPIA IL CASO PASSAPORTO
Di fatto, questo vuol dire che chi non è vaccinato, e quindi non ha green pass, può sporgere denuncia e impedire atti illeciti, lo stesso vale per richieste di interventi giudiziari a tutela dei minori affinché vengano svolte indagini, ma non può rinnovare o richiedere il passaporto. Il problema è che la domanda può essere compilata online, prenotando però un appuntamento per la presentazione della domanda in Questura o nell’ufficio passaporti del Commissariato di Pubblica Sicurezza o presso la Stazione dei Carabinieri (ma per le impronte digitali, se previste, il cittadino si dovrà comunque recare presso la Questura o Commissariato, anche in tempi differiti). Quindi, resta da capire se il nodo verrà sciolto con una faq, come accaduto appunto per i supermercati, o se invece è una stretta consapevolmente introdotta dal governo, limitando di fatto al minimo le attività consentite per coloro che hanno deciso di non vaccinarsi.