L’equinozio di Primavera si apre festeggiando un Santo nato nel cantone di Obwalden in Svizzera; il 21 marzo, infatti, celebriamo il ricordo di San Nicola da Flue, da non confondersi con San Nicola di Bari festeggiato il 6 dicembre. Le Grazie avvennero e la data della sua dipartita verso l’eremitaggio fu il 16 ottobre 1467, giorno nel quale lasciò la moglie Dorotea diretto in pellegrinaggio verso l’ignoto. Testimone di ciò fu Padre Heini am Grund, suo confessore, che lasciò scritti decisivi sulla forza di volontà del futuro santo che si stabilì per ben vent’anni nel suo eremo in una piccola capanna composta da semplici assi di legno, una scelta di povertà e contemplazione del Creato in un paesaggio meraviglioso nel quale trascendere nel nome del Signore.
Nicolao della Flue, questo è il vero nome di San Nicola, rimane come esempio di chiamata profetica e morigeratezza nella scelta e la Svizzera celebra la sua festa con spirito nazionale. Alcuni cantoni sono particolarmente attivi in tal senso, come il Canton Obvaldo nel quale il ricordo del santo è mantenuto vivo con cerimonie, Messe Solenni, Processioni, intensi momenti di preghiera. Fu canonizzato il 15 maggio 1947 da papa Pio XII che lo proclamò Patrono della Svizzera e per il Vaticano San Nicolao di Flue è anche protettore delle Guardie Svizzere al servizio di sua Santità il Pontefice.
San Nicola di Flue, la sua vita
San Nicola di Flue nacque appunto nell’Obwalden, in Svizzera, nell’anno 1417, quindi in pieno Tardo Medioevo, un periodo ricco di fermenti religiosi. Il nome Nicola deriva da Nike, in ellenico “Vittoria”, un nome trasversale a tanti popoli, culture e religioni che sembrerebbe derivi dal sanscrito ‘Vijay’, appunto vittoria. All’incirca nel 1445, Nicola si sposò con Dorothea Wyss e dalla loro unione nacquero cinque figli, un padre e marito adorabile con un tormento che lo perseguiva, quello di seguire la vita eremitica, cosa che fu concessa al Santo dalla moglie quando l’uomo raggiunse l’età di cinquant’anni. Da quel momento Nicola partì per l’attuale Alsazia tedesca stabilendosi in perfetta solitudine e contemplazione virtuosa sulle pendici di un monte, esattamente amava rimanere n preghiera contemplativa sul burrone di Ranft, presso Flueil, località nella quale si recava per assistere alla Santa Messa, unico contatto per lunghi periodi nella sua scelta di eremita della Fede in Dio.
Per quale motivo un uomo padre di diversi figli, marito devoto, contadino di successo, florido nelle finanze e uomo dedito anche alla sua Patria, ad un certo punto scelse questo percorso? La sua storia mutò nella notte durante la quale sognò Dio che gli chiedeva di abbandonare tutto per seguire un percorso in povertà, un segno divino che non lo turbò affatto, anzi, compreso dalla moglie, fu l’inizio del suo percorso in età matura verso quella Chiamata così forte e, per molti aspetti, profetica. Le testimonianze e i documenti dell’epoca ci confermano l’accaduto ponendo l’accento sul fatto che Nicola chiese tre Grazie al Signore prima di compiere la sua scelta: avere la forza di non tornare più sui suoi passi, ottenere il consenso dell’amata consorte, non dover patire la fame e la sete chiedendo a Dio affinché provvedesse ai suoi bisogni primari senza eccessi.
Gli altri Beati di oggi
In Italia la figura di questo Santo non è celebrata come nella confinante Svizzera, ma nello stesso giorno la Chiesa ricorda anche: Santa Benedetta Cambiagio Frassinello, religiosa; San Serapione di Thmuis, vescovo; Beato Matteo Flathers, martire; Beati Tommaso Pilchard e Guglielmo Pike, martiri.