Il caso legato alla morte di Gigi Bici, alias Luigi Criscuolo, 60enne di Pavia trovato privo di vita lo scorso 20 dicembre dopo essere scomparso da casa l’8 novembre, si tinge ulteriormente di giallo. Le telecamere hanno immortalato a bordo dell’auto di sua proprietà (una Volkswagen Polo), un uomo che indossava una maglietta rossa e un paio di guanti bianchi: erano le 10.44 dell’8 novembre e forse in quel momento Criscuolo era già stato ucciso con un colpo di pistola alla tempia, come è emerso dagli accertamenti autoptici condotti sulla salma.
Come ricorda il “Corriere della Sera”, i movimenti dell’ex commerciante di biciclette sono stati ricostruiti dagli inquirenti: “Alle 10.34 il segnale del suo cellulare aggancia la cella nei pressi del piazzale del cimitero della frazione Barona di Albuzzano, poco lontano da Calignano, dove probabilmente doveva incontrare qualcuno che lo preoccupava. La sua Polo è stata poi inquadrata dalle telecamere di Calignano, l’ultima volta, dieci minuti dopo, alle 10.44 quella stessa mattina: al volante, però, c’era un altro uomo, dall’età apparente di 40/50 anni, che indossava una maglietta rossa e guanti bianchi. La stessa persona ha guidato la Polo lungo la strada di campagna dov’è stata trovata la macchina, con un vetro rotto e macchie di sangue nell’abitacolo”.
GIGI BICI, ACCUSATA BARBARA PASETTI
Giova ricordare che la salma di Gigi Bici è stata poi rinvenuta pochi giorni prima del Santo Natale in un campo a Calignano, proprio dinnanzi alla villa della 44enne Barbara Pasetti, fisioterapista, che giovedì scorso è stata arrestata per il reato di tentata estorsione: nei suoi confronti, infatti, c’è l’accusa di avere formulato alla famiglia di Criscuolo una richiesta di riscatto pari a 390mila euro per liberare l’uomo, che, in realtà, era già morto.
Peraltro, conclude il “Corriere”, dalle indagini è arrivata la conferma che sia stata proprio Pasetti “l’autrice delle lettere sgrammaticate, fatte ritrovare in una cabina telefonica e sotto lo zerbino di una chiesa in via Tasso, a Pavia. Era stata proprio lei a stamparle, in una copisteria del centro commerciale Carrefour. La 44enne di Calignano, detenuta nella sezione femminile del carcere dei Piccolini a Vigevano (Pavia), continua a professarsi innocente e nega di aver mai conosciuto Criscuolo”.