Gianluca Cofone si racconta a Serena Bortone nel corso della nuova puntata di Oggi è un altro giorno. Su Rai 1 l’attore, affetto da nanismo, racconta la sua quotidianità e le difficoltà vissute per la sua sindrome e, soprattutto, com’è riuscito ad affrontarle. “Bisogna accettarsi, io sono convinto se una qualsiasi persona impara a convivere con se stesso non ha problema a stare sotto gli occhi degli altri. Seconda cosa è andare avanti, vedere nelle cose negative un punto di forza. Ci vuole tanta forza d’animo e persone al proprio fianco.” ha raccontato. E ancora: “Ho fatto degli ostacoli la mia forza. Io non amo tenere tutto dentro, amo parlare delle cose, mi confido tanto con i miei amici che non mi hanno mai fatto sentire diverso.” (Aggiornamento di Anna Montesano)
Gianluca Cofone, l’attore affetto da nanismo
Gianluca Cofone ospite di Oggi è un altro giorno su Rai1. L’elfo dei film Io sono Babbo Natale e Chi ha incastrato Babbo Natale è conosciuto anche con il nome di “nano cafone”, un appellativo nato sui social e che ha raccontato così dalle pagine del Corriere della Sera: “era il mio nome d’arte, in un certo senso. Un modo per farmi conoscere. Ora ho optato per il mio vero nome. Quanto alla parola “nano” io l’ho accettato: mi guardo allo specchio e so di esserlo. Certo, cambia tutto in base al tono con cui viene detto. Devo dire che se me lo hanno scritto in modo dispregiativo sui social, dal vivo non mi è mai successo, per fortuna”.
La vita di Gianluca Cofone è stata sicuramente segnata dalla malattia: una disabilità che alcune volte è stata criticata come spettacolarizzazione del dolore. “Mi è stata fatta questa critica in passato, dicendomi che sfruttavo la mia disabilità” – ha confessato l’attore che ha precisato a gran voce – “ma non è sfruttamento del dolore, piuttosto è far capire che la realtà ha orizzonti più ampi”.
Gianluca Cofone e la malattia: “non è facile trovare contesti in cui esprimermi per quello che sono”
Gianluca Cofone, lanciato dai film Io sono Babbo Natale e Chi ha incastrato Babbo Natale, è consapevole che la sua malattia è un tema ancora molto delicato. “Certi temi sono ancora trattati con le pinze, ed è un peccato, a mio avviso” – ha dichiarato al Corriere della Sera raccontando anche qualcosa di più – “lo vedo anche quando parlo con certi autori cinematografici o televisivi… Esistono ancora molti muri ma spero di abbatterne almeno qualcuno, con il mio esempio e anche scegliendo di non cedere più a strade più semplici”.
Sicuramente per Gianluca non è semplice esprimersi: “da sempre sono il giullare del gruppo, faccio ridere tutti. Ma il più grande ostacolo è superare chi invece vorrebbe che io mi fermassi alla macchietta. Ancora oggi mi arrivano richieste di ogni genere. Mi chiedono di partecipare a eventi privati in cui mi vorrebbero veder vestito in modi improbabili, per poi “portarmi in giro”. Ovviamente rifiuto tutte queste proposte, comprese quelle osé che, tristemente, ci sono. Oggi ci faccio su due risate. Il mio scopo però è cercare di fare davvero l’artista, con progetti che me lo permettano”.