Francia e Italia sono i due paesi europei che hanno attuato le politiche più dure per vaccinare tutti e piegare i “no vax”. L’Italia però è forse il paese del mondo che, per combattere la “guerra” contro il virus, ha più compresso non solo le libertà individuali, ma anche i diritti fondamentali (il lavoro), i servizi essenziali (il trasporto pubblico locale), l’istruzione (gli adolescenti non vaccinati).
Macron l’ha detto apertamente di voler “emmerder” quelli che non si vogliono vaccinare e che non considera neppure cittadini (circa 5 milioni di adulti). La linea perseguita da Draghi è vaccinare tutti “whatever it takes”, costi quel che costi, escludendo una parte di cittadini non solo dalla vita sociale, ma anche dal lavoro e dai servizi essenziali.
Pass vaccinale in Francia e attività per cui è richiesto
Il pass vaccinale (vaccino o guarigione) in Francia ha ottenuto la sostanziale approvazione anche del Consiglio Costituzionale e il 24 gennaio entra in vigore per tutti i francesi di età superiore ai 16 anni. Sostituisce il precedente pass sanitario (ottenibile anche con un test negativo) ed è richiesto in tutti i luoghi in cui prima era necessario il pass sanitario. Riguarda le “activités de loisirs”, di svago e tempo libero: ristoranti, bar e caffè, comprese le terrazze all’aperto; impianti sportivi; impianti di risalita; musei e monumenti; parchi divertimento; concerti, festival, cinema, teatri; casinò e altre sale da gioco; discoteche; fiere e convegni; hotel e campeggi, esclusi quelli che offrono solo alloggio. Per i centri commerciali e grandi magazzini, il pass vaccinale può essere richiesto con decisione del prefetto nei centri commerciali e grandi magazzini di oltre 20mila mq.
Queste attività corrispondono quasi del tutto a quelle per cui in Italia serve il super green pass. Le differenze sostanziali riguardano però lavoro, trasporti, adolescenti.
Lavoro
In Italia, dall’8 gennaio e fino al 15 giugno 2022 è stabilito l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto i 50 anni di età. Dal 15 febbraio tutti i lavoratori over 50 del settore pubblico e privato, soggetti al nuovo obbligo vaccinale, per accedere al luogo di lavoro sono tenuti ad esibire il super green pass. La violazione è punita con una sanzione da 600 a 1.500 euro. Per tutti gli altri lavoratori è necessario il green pass base (ottenibile anche con tampone negativo a proprie spese). Chiunque non sia in regola viene sospeso, niente lavoro, niente stipendio.
In Francia, l’obbligo del pass di vaccinazione vale solo per quei lavoratori che sono a stretto contatto col pubblico (strutture sanitarie di qualsiasi tipo, ristoranti, bar, musei, cinema, impianti sportivi, per i vigili del fuoco e i militari dei reparti adibiti alla sicurezza civile). Si tratta circa di due milioni di persone. Non è richiesto però nelle aziende, perché il governo ha preso atto che non c’era il consenso delle parti sociali.
Accesso agli uffici pubblici
In Italia il ministro Brunetta ne ha fatto un gran vanto: siamo i primi in Europa (e finora gli unici) ad aver messo il paletto del green pass base anche per l’accesso a servizi postali, bancari e finanziari.
In Francia, una Faq della Funzione pubblica precisa, al contrario, che “L’accesso a un servizio amministrativo non rientra nell’ambito del pass sanitario come definito dalla legge. L’accesso avviene nel rispetto dei gesti di barriera, l’uso della mascherina è obbligatorio, ma tale accesso non è subordinato alla presentazione del pass sanitario”.
Trasporto pubblico locale
In Italia per utilizzare i mezzi di trasporto pubblico o privato di linea (aerei, treni, navi e traghetti, autobus e pullman), compresi i mezzi impiegati nei servizi di trasporto pubblico locale o regionale, dal 10 gennaio serve il super green pass. Una sola eccezione è stata ammessa per gli spostamenti da/verso le isole minori per motivi di salute o per la frequenza scolastica, per i quali è consentito il green pass base fino al 10 febbraio 2022, almeno da quanto si può capire dalla circolare del ministro della Salute del 9 gennaio 2022 (leggere per credere fin dove arriva il parossismo normativo).
In Francia il pass vaccinale è richiesto solo sui treni a lunga percorrenza, aerei (solo voli nazionali) e autobus interregionali, ad eccezione dei viaggi terraferma-Corsica in nave o aereo dove il pass sanitario rimane la regola. I francesi non vaccinati potranno comunque prendere questi mezzi se hanno la giustificazione di un motivo impellente di ordine familiare o sanitario.
I trasporti pubblici a breve e media percorrenza, dalla metropolitana agli autobus, ai treni della periferia parigina, non sono interessati dal pass di vaccinazione come prima non erano interessati al pass sanitario. Insomma in Francia il trasporto pubblico locale è ancora considerato un servizio essenziale garantito a tutti.
Adolescenti non vaccinati
Dal 10 gennaio, in Italia, i ragazzi dai 12 anni in su sono equiparati agli adulti sull’obbligo di green pass. Se non sono in regola, restano esclusi da qualunque attività ludica, ricreativa, sportiva, culturale. Non possono più giocare la partita di calcio, né frequentare il corso di musica, di danza, di ginnastica. Niente cinema, né stadio, né luoghi di cultura, né parchi di divertimento. Neanche più la possibilità dei pur onerosi tamponi, che le famiglie erano disposte a eseguire.
A scuola poi, in caso di quarantena, gli studenti non vaccinati sono sottoposti a trattamenti differenziati. Nella secondaria di primo e secondo grado, se avvengono due contagi nella stessa classe, è prevista la Dad per chi non è in regola con il ciclo vaccinale, mentre per tutti gli altri è disposta la prosecuzione delle attività in presenza con l’auto-sorveglianza e l’utilizzo di mascherine Ffp2. Inizialmente, i due sottosegretari all’Istruzione, Floridia e Sasso, si erano detti contrari a tale misura perché discriminatoria. Ma poi tutto è passato, questa è attualmente la norma.
Che si potesse arrivare a tal punto, fino a poco tempo fa non sarebbe mai stato neppure ipotizzato da chiunque operi nel mondo della scuola. Tanto che Amnesty International Italia, in un comunicato stampa del 14 gennaio, ha ammonito che gli interventi per il contenimento della pandemia devono sempre essere ancorati ai principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione, e che bisogna permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto “senza discriminazioni”.
In Francia, gli studenti non devono esibire né la tessera vaccinale né quella sanitaria per andare a scuola e neppure all’università. Il ministro dell’Istruzione, tuttavia, ha introdotto un protocollo sanitario che ha creato confusione e difficoltà, tanto che il 13 gennaio c’è stato uno sciopero degli insegnanti molto partecipato.
La legge francese ha “salvato” gli adolescenti fino ai 16 anni, l’età più critica che ha risentito maggiormente delle restrizioni imposte durante la pandemia. Per loro non vale l’obbligo del pass vaccinale, ma solo di quello sanitario per tutte le “activités de loisirs” sopra elencate. I ragazzini non vaccinati non sono pertanto tagliati fuori, come in Italia, da tutte quelle attività sportive e ricreative che sono fondamentali per la crescita.
La luce in fondo al tunnel
In Francia, nel momento stesso in cui annunciava l’introduzione del nuovo pass vaccinale, il primo ministro Jean Castex annunciava altresì la previsione di un alleggerimento, appena possibile, delle misure adottate in questa fase di emergenza. “Non c’è dubbio che oggi sia necessario – ha detto – ma il pass potrebbe benissimo essere sospeso se l’epidemia e soprattutto la pressione ospedaliera si riducessero drasticamente e durevolmente”. Lo stesso Consiglio scientifico, che ha dato parere favorevole al disegno di legge voluto da Macron, ha sottolineato che il pass vaccinale deve essere applicato se necessario con coerenza e proporzionalità e tenere conto nel tempo di un possibile miglioramento della situazione sanitaria. In Francia in aprile si vota.
In Italia la proliferazione normativa degli ultimi mesi è tale che, per “semplificare”, si è pensato di offrire ai cittadini una incredibile tabella sinottica di 11 pagine con il minuzioso elenco di tutte le attività consentite senza green pass, con green pass base, con green pass rafforzato, con green pass booster, in relazione al colore della zona in cui ci si trova.
Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, negli ultimi giorni ha fatto dichiarazioni contrastanti, dal “Togliere il green pass? Impensabile” alle pesanti affermazioni contro chi non vuole ancora vaccinarsi “Siete pericolosi, vi renderemo la vita difficile”, alle caute aperture sulle norme che regolano quarantene, isolamenti, durata del green pass booster. Ma altri, consulenti di ministri, si dicono tuttora per il pugno di ferro sanitario, con vaccini a tutti, tamponi, tracciamento, isolamento dei contagiati, e perfino controllo dell’informazione e delle proteste.
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