Tragedia avvenuta oggi a Torino: un bimbo di soli due anni è morto dopo essere caduto dall’ottavo piano di un palazzo in via Pacini, nel quartiere Barriera di Milano, periferia nord del capoluogo piemontese. L’episodio si è verificato attorno all’ora di pranzo, alle 12:30, e il bimbo, di nome Adam, pare sia caduto da una finestra mentre si trovava nella casa dei nonni materni. Immediato l’intervento dei sanitari ma quando sono giunti sul posto non vi era più nulla da fare per il povero Adam, caduto da un’altezza di circa 25 metri.
Il bimbo, come scrive Repubblica, è precipitato presso il parcheggio del condominio, dove poi si sono trovati i famigliari della vittima, originaria del Marocco. L’ipotesi più accreditata al momento è che si sia trattato di una tragica fatalità: un momento di distrazione e il bimbo ne ha approfittato per aprire la finestra e cadere tragicamente di sotto. “Era un bambino bellissimo, la famiglia è di brave persone il piccolo veniva lasciato dai nonni perché i genitori lavorano”, raccontano i vicini di casi della vittima mentre osservano i parenti disperati del piccolo, ritrovatisi in un’area che è stata transennata. Purtroppo si tratta del secondo episodio di questo tipo, in meno di un mese, in quel di Torino.
BIMBO MORTO DOPO ESSERE CADUTO DALL’OTTAVO PIANO: IL 12 GENNAIO LA SCOMPARSA DI FATIMA
Il 12 gennaio scorso, infatti, si verificò la morte della piccola Fatima, bimba di 3 anni che perse la vita dopo essere precipitata dal quarto piano di un palazzo in via Milano 18, dove viveva con la madre.
In quell’occasione venne arrestato Mohssine Azhar, compagno della mamma, in quanto ritenuto colpevole di omicidio colposo. Secondo le ricostruzioni effettuate dalle forze dell’ordine, sembra infatti che l’uomo, anch’egli originario del Marocco, stesse giocando con Fatima facendola saltare in aria, fino a che non gli è sfuggita di mano ed è volata di sotto. Un tragico gioco che forse ha causato la morte del bambino: sulla vicenda sono comunque ancora in corso le indagini di conseguenza non è da escludere l’assoluta innocenza dello stesso arrestato.