Sul palco di Sanremo 2022 c’è stato spazio anche per omaggi ad artisti scomparsi nel corso dell’anno. È stato il caso del Maestro Franco Battiato, ricordato con la clip della sua celebre canzone “La cura”, ma anche di Milva, della quale Iva Zanicchi ha cantato “Canzone” nel corso della serata delle cover. Nella puntata della finale, poi, è stata omaggiata la grandissima Raffaella Carrà, con uno spettacolo che rappresenta un’anteprima del musical “Ballo ballo” che girerà presto l’Italia. All’Ariston non è stato però ricordato Raoul Casadei, artista che si è spento quest’estate a 83 anni dopo aver contratto il Covid. Il cantante è entrato nella storia con l’inno “Romagna Mia” e ha avuto un successo importante, diventando presto un simbolo per la musica italiana.
La figlia Milva, sui social, ha scritto: “Non avrei voluto fare polemica, perché non amo le polemiche, ma visto che il giornalista Roberto Chiesa ha sollevato la questione non posso restare in silenzio. Ho seguito tutte le serate di Sanremo, come faccio ogni anno, ma quest’anno aspettavo di sentire il suo nome, non dico una cover, non chiedo tanto, sarebbe bastato anche solo un applauso, un omaggio, una parola. Ad ogni puntata ero sempre più delusa, incredula e triste”.
Milva Casadei: “Papà Raoul non ricordato, un’offesa a tutti…”
Raoul Casadei è diventato famoso con “Romagna Mia”, un vero e proprio inno diventato presto simbolo del folklore romagnolo, che grazie al cantante è diventato un genere riconosciuto e apprezzato in tutta Italia. Scritta dallo zio e interpretata proprio da lui, la canzone rappresentava l’attaccamento più puro e profondo alle sue radici. Amatissimo da tutti gli italiani, romagnoli e non, Raoul era diventato un simbolo dell’Italia in musica nel genere del liscio.
Nel post Facebook, la figlia Milva ha continuato: “Raoul è stato e sarà sempre un artista e un uomo amatissimo dalla gente, da tutta l’Italia, dagli italiani di tutte le regioni, delle città e dei più piccoli paesini, di tutti i ceti sociali, dagli italiani emigrati all’estero, dagli addetti lavori, dalla stampa, da tutti. Al di là dei gusti musicali. È una questione umana e culturale. Come hanno detto Marco Mengoni e Filippo Scotti, se hai una tastiera puoi dire quello che ti pare, ma non puoi dire “quel ca**o che ti pare”. C’è un limite. Allo stesso modo se hai in mano il potere puoi decidere quello che ti pare, ma non puoi decidere “quel ca**o che ti pare”. C’è un limite”. La donna ha poi concluso: “Mi dispiace Festival di Sanremo e Amadeus, ma stavolta avete pestato una cacca, che non ha deluso solo me e probabilmente la mia famiglia, ma ha offeso gli italiani, legati alla loro terra, alle loro radici e alle tradizioni”.