Terry Giacomello torna protagonista a Masterchef. Lo chef nato ad Aviano, in provincia di Pordenone, aveva in parte il destino segnato. La mamma Wanda è una cuoca provetta “una semplice ma pur buona trattoria di paese” che si portava spessissimo il figlio con se. A soli 13 anni Terry entra in cucina cominciando a lavorare con la madre e con il prodigio Flynn McGarry. La cucina diventa una grande passione che lo spinge a lasciare l’Italia per studiare all’estero. Comincia così la sua gavetta: prima inizia con Marc Veyrat, il primo cuoco a ricevere il voto perfetto di 20/20 nella guida Gault et Millau, e poi con Michel Bras.
La svolta arriva nel ristorante El Bulli, uno dei più rivoluzionari al mondo gestito dal cuoco Ferran Adrià. In Spagna, per la precisione Costa Brava in Catalunya, Giacomello apprende i segreti più nascosti della cucina del Bulli tra cui quello della cucina molecolare. Dopo anni di lavoro in Spagna, lo chef continua a collezionare ristoranti ed esperienze in Brasile da Alex Atala, chef numero 54 al mondo per la World 50 Best fino al ritorno in Europa al bistellato Mugaritz con Andoni Luis Aduriz. Infine il ritorno in Italia accanto a Sergio Mei presso il Four Season di Milano.
Terry Giacomello, i suoi piatti simbolo: dalla medusa al limone dimenticato
“Sono andato a lavorare in Francia – racconta Terry Giacomello – da Marc Veyrat. Lui aveva una cucina molto pastorale e minerale; i prodotti della fattoria erano esaltati da erbe e aromi del sottobosco. Qui ho approfondito e allargato la mia conoscenza di radici ed erbe. Ho iniziato a sviluppare una forte curiosità per il nuovo, e presto è nata in me la voglia di ricercare prodotti sconosciuti, che mi permettessero di andare oltre la cucina tradizionale”. Così lo chef ricorda i primi anni in Francia dalle pagine di foodlifestyle.it. Non solo parlando di creatività ha precisato: “la creatività è anche sofferenza. Devi cercare, pensare, costruire…”. Parlando di sé rivela: “sono semplicemente un cuoco che cerca di regalare due ore di emozioni alle persone. Questa è la mia missione, niente più!”.
In cucina poi Giacomello dà valore ad ogni ingrediente: “la materia prima va utilizzata con riguardo. Non bisogna sprecare, buttare. Io utilizzo tutto, tutto quello che è commestibile, dalle bucce di patata al cuore della renna, dalle erbe e radici alla zampa di gallina e la cresta del gallo. Che sia acciuga o caviale, tutti i prodotti hanno lo stesso valore. Sbaglia chi pensa che un prodotto costoso valga di più; il valore non è dato dal prezzo!”. Tra i suoi piatti simbolo ricordiamo: la “Medusa”, un piatto davvero unico nel suo genere, ma anche il Limone dimenticato.