L’obbligo vaccinale per gli over 50 ha dato una spinta alla campagna vaccinale, ma ora sembra aver esaurito la sua forza. «Si è ridotto notevolmente il numero di over 50 non vaccinati, due mesi fa eravamo messi veramente male, ma ora resta la parte molto difficile da convincere», ha dichiarato Guido Rasi a Elisir. L’ex direttore dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha spiegato che per questo c’è parziale insoddisfazione. «Si tratta di una popolazione molto attiva ed è a rischio di finire in ospedale». Rasi si è fatto ancor più duro: «Ogni posto occupato in terapia intensiva non è più giustificabile, perché abbiamo tanti arretrati di altre patologie e questi sono ricoveri evitabili. Questa quota di non vaccinati pesa ancora un po’ troppo sul sistema sanitario».
Il consulente del commissario straordinario Figliuolo ha sdrammatizzato con una battuta: «Forse bisognava riservare il vaccino perché tutti lo volessero». Inoltre, a quei no vax che preferiscono contagiarsi anziché vaccinarsi replica: «La vaccinazione conferisce una protezione immediata, più efficace e sicura. L’infezione ci fa conoscere tanti aspetti del virus, non necessariamente fondamentali. L’ideale sarebbe contagiarsi da vaccinati».
LE “FALLE” DELLA CAMPAGNA VACCINALE
La riflessione di Guido Rasi si è fatta severa anche quando si è toccato il tema della campagna vaccinale e di quello che si poteva fare meglio, anche se i risultati raggiunti sono soddisfacenti. «Doveva essere annunciata meglio nei propri limiti e nei suoi benefici, bisognava spiegare di più la differenza tra infezione e malattia, a cosa serve il vaccino, quindi la comunicazione doveva essere migliore», ha spiegato a Elisir. Inoltre, in questi mesi «sono emerse le debolezze del territorio». Ma fondamentale è anche la formazione: «Ci sono regioni dove vanno bene le cure domiciliari e altre no, standardizzare ciò non è difficile».
L’ex direttore dell’Ema si è anche soffermato sulla notizia che riguarda il Sud Africa, che ha riprodotto il vaccino a mRna di Moderna e quindi comincerà a produrlo per averlo in “casa”. «Speriamo che mettano ingenti finanziamenti, perché a farlo sono capaci in molti, produrlo e renderlo disponibile e in massa è più complesso. Spero che le autorità pubbliche lì siano più generose rispetto a quanto lo siano state quelle italiane col vaccino italiano». Infine, su quello ‘universale’ italiano Guido Rasi si è limitato ad esprimere un auspicio: «È interessantissimo, speriamo e diamogli il sostegno che serve».