Ritiro parziale delle truppe dal confine con l’Ucraina: è quanto ha deciso Vladimir Putin, che ne ha dato notizia nella conferenza stampa congiunta col cancelliere tedesco Olaf Scholz. Uno spiraglio che fa ben sperare che una terza guerra mondiale possa essere davvero scongiurata. L’annuncio è arrivato dopo il colloquio al Cremlino tra i due leader, durato oltre ore ore. Dopo un incontro individuale, Putin e Scholz hanno continuato la conversazione durante una colazione di lavoro. «La Germania si colloca tra i nostri partner prioritari di per sé e in Europa in particolare. Parlando della dimensione europea, è il nostro maggiore partner commerciale ed economico», ha osservato nel suo discorso introduttivo Putin, che ha ovviamente affrontato soprattutto la questione ucraina con Scholz.
Gli esiti di tale negoziato sono stati poi spiegati in conferenza stampa. «La Russia non vuole la guerra, ed è pronta a proseguire il transito di gas attraverso l’Ucraina dopo il 2024 (quando scadrà l’attuale contratto a lungo termine, ndr) se ci sarà una domanda di tali forniture da parte di acquirenti europei e sarà per noi redditizio e se il sistema di trasporto del gas ucraino funzionerà», ha dichiarato Vladimir Putin.
“NO ALLARGAMENTO NATO AI CONFINI RUSSI”
Inoltre, ha osservato che le autorità competenti tedesche stanno certificando il gasdotto Nord Stream 2, pienamente operativo da dicembre dal punto di vista tecnico, che porterà gas russo alla Germania passando dal Baltico. Ma quest’apertura di Vladimir Putin non va affatto fraintesa: «Non accetteremo mai l’allargamento della Nato fino ai nostri confini, è una minaccia che noi percepiamo chiaramente», ha precisato il presidente russo nella conferenza stampa seguita all’incontro con Olaf Scholz. In merito alle risposte fornite dall’Alleanza sulla sicurezza, «non soddisfano le nostre richieste», d’altra parte Putin ha spiegato che ci sono «ragionamenti» che possono essere portati avanti e su cui la Russia «è pronta a lavorare». Dal canto suo, Scholz ha sottolineato che bisogna «trovare una soluzione pacifica alla crisi. È impensabile una guerra in Europa».
Ma ha espresso anche le preoccupazioni della Germania (e non solo) per la presenza di «così tante truppe al confine» con l’Ucraina, riconoscendo però che l’annuncio dell’inizio del ritiro delle truppe russe è «un buon segnale» e che gli sforzi diplomatici «non sono ancora terminati». Ma Vladimir Putin ha parlato anche di quello che sta accadendo in Donbass, definendolo «un genocidio». Sollecitato sulla richiesta della Duma di riconoscere le due repubbliche separatiste ucraine filo-russe di Lugansk e Donetsk, il presidente russo ha spiegato di essere disposto a «continuare i colloqui» sulle questioni missilistiche e non solo, ma «qualsiasi vincolo forte sarà ritenuto come una minaccia».