REFERENDUM, COSA HA DECISO LA CORTE COSTITUZIONALE
La Corte Costituzionale ha analizzato, esaminato e infine sentenziato sugli 8 referendum presentati in Consulta su tre macro-tematiche: la giustizia (ben 6 quesiti, promossi da Lega e Radicali), il fine vita (promosso dall’Associazione Coscioni) e la cannabis legale (promosso da radicali e associazioni).
In tutto sono stati 5 su 8 i quesiti ammessi al voto popolare che si terrà nella prossima primavera: l’abolizione della Legge Severino, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati, l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del CSM e il voto degli avvocati sui magistrati. Vengono invece bocciati perché ritenuti inammissibili a livello costituzionale i tre quesiti su eutanasia, cannabis legale e responsabilità civile diretta dei magistrati. La Consulta ha chiarito – in attesa di depositare la completa sentenza – che i suddetti quesiti sono stati ammissibili «perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario». Intervenendo in conferenza stampa il Presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato ha spiegato perché 3 dei quesiti referendari sono stati stoppati dalla Consulta: «Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis. Il quesito è articolato in tre sottoquesiti ed il primo prevede che scompaia, tra le attività penalmente punite, la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, che non includono neppure la cannabis ma includono il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti. Già questo sarebbe sufficiente a farci violare obblighi internazionali».
IL NODO EUTANASIA: PERCHÈ È STATO BOCCIATO IL REFERENDUM
Sempre parlando con i giornalisti al termine dell’udienza della Corte, il Presidente Amato si è soffermato sul referendum forse più atteso e per questo scatenante più polemiche dopo la sua esclusione: «Dire ‘Referendum sull’eutanasia’ desta nelle persone che ascoltano la legittima aspettativa che si tratti su referendum che ha ad oggetto le persone che stanno soffrendo e che sono incurabili, quelle di cui questa Corte si è occupata aprendo la depenalizzazione del suicidio assistito nella decisione sul suicidio assistito». Per il neo-Presidente della Consulta, «Sarebbe spaventosamente ingiusto considerare inammissibile un referendum sull’eutanasia. Non è stato presentato alcun referendum sulla eutanasia, ma un referendum sull’omicidio del consenziente, che si occupa anche di chi non è malato o di chi soffre. Mi ha ferito sentirmi dire che non conosciamo la sofferenza, ha ferito tutti noi. Ma l’omicidio del consenziente prevede casi diversi rispetto l’eutanasia». Amato si fa portavoce infine di tutta la Corte Costituzionale e afferma: «Noi siamo d’accordo sull’eutanasia, va benissimo il modello del suicidio assistito. Ci vuole una legge. Non abbiamo cercato peli nell’uovo». Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni, nel merito delle motivazioni addotte dalla Consulta nel bocciare i testi su cannabis ed eutanasia ha attaccato pesantemente il lavoro della Corte: «Giuliano Amato ha affermato il falso dicendo che il referendum non toccherebbe la tabella che riguarda la cannabis. Non sono stati nemmeno in grado di connettere correttamente i commi della legge sulle droghe. Un errore materiale che cancella il referendum». La replica di Amato in conferenza stampa è stata immediata: «Cappato poteva risparmiarsi le cattiverie, per lui era più opportuno riflettere su cosa stava facendo. Cappato parla di eutanasia e presenta un quesito sull’omicidio del consenziente. Mi conosce da anni, sono assai meno politico di lui».
I 5 QUESITI AMMESSI: TESTO E POSSIBILE DATA
In una domenica ancora da decidere tra aprile e maggio si terrà la data del referendum-day per i 5 quesiti ammessi dalla Corte Costituzionale: «Oggi è una bellissima giornata per la democrazia. Dopo trent’anni finalmente gli italiani possono votare per una giustizia più giusta», è il commento di Matteo Salvini, promotore con la Lega e i Radicali dei 6 quesiti referendari sulla giustizia di cui solo il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati è stato fermato dalla Consulta. Ecco qui di seguito quali saranno i testi dei 5 referendum che si troveranno nella scheda elettorale nella prossima primavera:
– Quesito n. 1, abrogare Legge Severino: laddove si prevede che in caso di condanna anche in primo grado scatti «la sanzione accessoria dell’incandidabilità alla carica di parlamentare, consigliere e governatore regionale, sindaco e amministratore locale»
– Quesito n. 2, Misure cautelari e recidiva: porre limiti a custodia cautelare in carcere, «solo in pochi casi deve essere disposta prima della sentenza»
– Quesito n. 3, Separazione carriere tra giudice e pm
– Quesito n. 4, equa valutazione professionalità magistrati: partecipazione di membri laici ai Consigli giudiziari e al Consiglio direttivo della Cassazione (questo referendum potrebbe essere superato dalla riforma Cartabia sull’ordinamento giuridico appena approvata in CdM)
– Quesito n. 5, Elezione componenti togati del Csm: eliminazione delle firme per candidarsi al Consiglio Superiore della Magistratura (quesito potrebbe essere superato dalla riforma dell’ordinamento giudiziario appena approvato dal Consiglio dei Ministri e a breve in discussione alla Camera)