Dopo anni di riserbo, Giuseppe Mussari parla di David Rossi. Lo fa davanti alla commissione parlamentare di inchiesta che è stata istituita per far luce sulla morte del capo della comunicazione di Monte dei Paschi la sera del 6 marzo 2013, precipitando dalla finestra del suo ufficio a Siena. Tra i punti oscuri della vicenda ci sono i biglietti di addio che sono stati trovati nel cestino dello studio. Biglietti in cui parla in un modo che la moglie Antonella Tognazzi non ha riconosciuto come tipico del manager. Lo stesso fa l’ex presidente della banca. «Non era il modo di esprimersi di David Rossi: non lo riconosco in questi biglietti di addio». Conferma di aver avuto rapporti con Ettore Gotti Tedeschi, precisando però di non aver mai messo piede allo Ior.
Inoltre, definisce David Rossi «come un fratello, ma non in senso massonico». In un biglietto il manager avrebbe chiamato la moglie “Toni”. Pure Giuseppe Mussari conferma: «Di Tonia non ne ho memoria, di Antonella ho memoria. Per me la chiamava Antonella». Ma è tutto il testo che non lo convince: «Non era il modo di esprimersi di David Rossi: non lo riconosco in questi biglietti di addio». D’altra parte, come riportato dal Corriere della Sera, si evince dagli atti dell’inchiesta che sul telefono di David Rossi la moglie era registrata proprio come “Toni”.
MUSSARI “STO CON MOGLIE DAVID ROSSI PER VERITÀ”
Ma per Giuseppe Mussari anche il testo delle e-mail di aiuto inviate pochi giorni prima del suicidio da David Rossi non corrispondono allo stile dell’amico. Infatti, propone di confrontarle con le prefazioni ai cataloghi delle mostre promosse da Monte dei Paschi di Siena, «fra cui quella della mostra su Corto Maltese scritta a quattro mani da me e David». Quindi, conclude: «Non collimano, no». L’ex presidente di Mps però chiarisce di non avere elementi per ritenere se il manager si sia suicidato o se sia stato ucciso. Però «sto con Antonella, per scelta ontologica. Dove c’è lei, ci sono io». Più volte si commuove parlando dell’amico. «Ho amato David come un fratello. Ha iniziato a lavorare alla fondazione Monte dei Paschi e ho chiesto alla banca di assumerlo perché era il più bravo di tutti». L’ex presidente di Mps riferisce che non ci siano state confidenze tra loro: «Ma ero certo che se avessi avuto bisogno lui c’era ed è questo che lo rendeva a me particolarmente caro». Inoltre, esclude che potesse essere al corrente dell’operazione Antonveneta: «Dell’acquisizione ce ne occupammo esclusivamente io e il direttore generale Antonio Vigni. Rossi seppe della notizia solo quando venne il momento di renderla pubblica».
MUSSARI E LO SCANDALO MPS
Non mancano domande sullo scandalo Mps, esploso nel 2013 con due fughe di notizie relative ai “derivati” Alexandria e Santorini realizzati con le banche Nomura e Deutsche Bank. Anche per la pubblicazione di questi dettagli su Bloomberg e il Fatto, e al crollo in Borsa che ne seguì, Giuseppe Mussari, che aveva lasciato la presidenza della banca, lasciò anche il vertice Abi. «Certamente quelle informazioni che sono veicolate non erano solo in possesso della banca, basta guardare i fascicoli di indagine e incrociare le date di acquisizione per averne contezza. È andata come lei ha detto. Quale è stata la manina non la conosco». Per Mussari, David Rossi non era a conoscenza di quelle operazioni che sono stato oggetto dell’inchiesta della procura di Siena: «Era già stato interrogato, non credo avesse cose di chissà quale significato, di chissà quale rilevanza da riferire – riporta il Corriere della Sera –. I suoi computer, i suoi strumenti elettronici, la sua posta, sono stati analizzati, da qui nulla è emerso nei fascicoli che mi riguardano, ma ritengo neanche in altri fascicoli altrimenti sarebbero inevitabilmente emersi».