Andrea Vianello è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni della seconda puntata stagionale di “Ciao Maschio”, programma di Rai Uno condotto da Nunzia De Girolamo e andato in onda nella seconda serata di sabato 19 febbraio 2022. Il direttore di Rai Radio ha raccontato di essere una persona particolarmente fumantina: “L’orgoglio mi fa arrabbiare ogni tanto e improvvisamente mi accendo. La cosa buona è che dura pochissimo: ci sono dei momenti in cui sembro un vulcano e sicuramente è un problema per mia moglie. Alla fin fine è una cosa estemporanea e credo che vinca sempre la parte più buona che c’è in me. Vorrei migliorare, perché credo che un uomo debba sempre migliorare. Mi sento ancora un giovane che può crescere”.
Poi, il giornalista ha ricordato l’ictus che l’ha colpito tre anni fa: “Al di là del problema di salute in sé, quando hai una crisi di quel tipo capisci qualcosa in più della vita, come ad esempio che le priorità sono altre, bisogna riordinarle. In questi ultimi anni credo di essere diventato più saggio. Ci sono cose che sembrano retoriche, ma non lo sono: durante la nostra vita noi talvolta finiamo per dimenticare l’amore, l’amicizia e la famiglia e privilegiamo altre cose, come l’ambizione, la carriera. Sono cose che io amo, ma che si finisce per mettere sopra a degli aspetti più importanti”.
ANDREA VIANELLO: “LA MIA RINASCITA DOPO L’ICTUS”
Nel prosieguo di “Ciao Maschio”, Andrea Vianello ha allungato il suo intervento, parlando ancora dell’ictus: “Sicuramente, anche nei momenti più difficili la vita ti conduce su una strada che ti aiuta a ritrovare un rapporto più profondo con te stesso. Il danno che io ho avuto è stato al centro del linguaggio e, ancora oggi, ogni settimana lavoro, faccio logopedia, sono seguito da una regina della parola. Quando mi sono risvegliato e mi sono accorto che non avevo più la facoltà di parlare bene, che i fonemi si erano scambiati, pensavo di essere diventato un mostro. Per me era come essere sfigurato, ma ho poi compreso che dovevo comunque mostrarmi agli altri e che bisognava andare avanti col mondo, con la famiglia, con gli amici”.
Questo dettaglio l’ha aiutato, ma non è stata l’unica ancora di salvezza: “Fondamentale è stata anche la mia ironia. Sono molto grato a essa, perché penso che sia sempre stata una mia cifra, non solo nei rapporti con gli altri, ma anche con me stesso. Mi permette di essere disincantato, meno composto con me stesso. Senza l’ironia finiamo per perderci tante cose belle del mondo”.