Un cartello davanti al bar contro il Green Pass e poi la chiusura, in seguito ai controlli della Polizia. In un locale di Gressoney-Saint-Jean, in Valle D’Aosta, è stato esposto un cartello con su scritto “Il Green Pass è una vergogna”. Una presa di posizione che lascia poco spazio all’immaginazione e che si pone in maniera nettissima contro le decisioni prese dal Governo, che obbligano non solamente i negozianti ad essere in possesso della certificazione per restare dietro al bancone (così come vale lo stesso per tutti gli altri lavoratori), ma anche i clienti ad avere il Super Green Pass per poter consumare all’interno di un bar.
Decisioni – quelle prese già da qualche mese dal Consiglio dei Ministri – che non sono andate giù ai titolari del bar di Gressoney-Saint-Jean, che hanno esposto il cartello che recita: “In questo bar l’ingresso è consentito a tutti. Il Green Pass è una vergogna”. Parole che ovviamente non sono passate inosservate alle forze dell’ordine, che sono intervenute per attuare i controlli di rito che hanno portato ad una multa e alla chiusura dell’attività per alcuni giorni.
Bar contrario al Green Pass: multa e chiusura
I proprietari del locale di Gressoney-Saint-Jean, in Valle D’Aosta, non si sono limitati all’esposizione del cartello contro il Green Pass, anzi, in prima persona hanno messo in pratica scelte contrarie alla vaccinazione e alla certificazione. Lo striscione è stato fatto rimuovere, nei giorni scorsi, dagli agenti della Questura di Aosta, ma non è finita qui. In seguito ai controlli, infatti, è emerso che la stessa titolare non fosse a regola con le nuove normative. Come si legge in una nota della polizia, la titolare del locale è stata sanzionata “in quanto, oltre ad essere priva del Green Pass, non utilizzava l’obbligatoria mascherina protettiva”.
La multa e la rimozione del cartello non sono state però le uniche misure prese. “Come misura accessoria per il bar” è stata infatti disposta la chiusura per tre giorni. I proprietari, infatti, oltre a non indossare la mascherina e a non essere in possesso del certificato verde, non lo richiedevano neppure ai clienti. Chiunque, anche senza vaccinazione o guarigione, poteva dunque sedere dentro il locale. Una lezione che, si augurano le forze dell’ordine, possa servire.