Carl Icahn, miliardario azionista di McDonald’s, ha deciso di avviare una battaglia contro i vertici del Consiglio di Amministrazione della catena di ristoranti di fast food di origine statunitense poiché vuole che il trattamento dei maiali, da parte degli allevatori che forniscono la carne all’azienda, sia più “etico”. In particolare, come riportato dal Corriere della Sera, al vaglio ci sono le pratiche utilizzate sulle scrofe gravide, le quali in molti casi vengono tenute nelle cosiddette «gabbie di gestazione», talmente piccole che per gli esemplari risulta impossibile girarsi.
L’imprenditore, che vanta oltre 200 azioni nella multinazionale, non è nuovo nel mondo degli attivisti. La figlia Michelle Icahn Nevin, che in passato ha lavorato con la no-profit Humane Society of the United States, è vegetariana e amante degli animali. È per questo che i due si stanno battendo affinché McDonald’s cambi alcuni dei propri fornitori per selezionarne di più etici. Già nel 2012 un importante passo in avanti era stato compiuto in questo senso, ma ad oggi resta un 40% degli allevatori che fa uso delle celle per le scrofe in gravidanza.
“Trattamento maiali più etico” da McDonald’s? Le mosse di Carl Icahn
McDonald’s, dopo la presa di posizione di Carl Icahn, ha concesso all’azionista che entrino a fare parte del Cda due supervisori con l’incarico di valutare “una precisa questione riguardante la lavorazione del maiale”, precisando però che “le nomine fanno riferimento a una singola questione che riguarda l’impegno dell’azienda sulla carne suina, già introdotto dalla Humane Society U.S. attraverso una proposta degli azionisti” e non ad altri temi.
Nonostante il colosso statunitense, come riportato dal Corriere della Sera, abbia ammesso di ritenere “irragionevoli” le richieste del miliardario, inoltre, ha promesso di impegnarsi in tale causa. Già da quest’anno ha annunciato che acquisterà la carne suina da allevatori che non utilizzano le gabbie gestazionali fra l’85% e il 90%, arrivando al 100% entro il 2024. La Humane Society of the United States, ong americana che si batte per i diritti degli animali, tuttavia, ha messo in dubbio l’impegno dell’azienda.