Andrea Crisanti, noto microbiologo, è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni di “Otto e Mezzo”, trasmissione di La 7 condotta da Lilli Gruber e andata in onda nella serata di lunedì 21 febbraio 2022. L’esperto ha innanzitutto commentato la situazione collegata alla pandemia di Coronavirus in Inghilterra: “Boris Johnson ha preso una linea con aspetti a mio avviso positivi e altri negativi. La popolazione britannica, come quella italiana, è protetta. Il virus è stato bloccato dalla risposta immune da parte delle persone che si sono vaccinate o che sono guarite dall’infezione. È chiaro che più si aspetta ad aprire, più si apre in condizioni di vulnerabilità. Paradossalmente, il miglior momento per aprire è questo”.
Aspetto completamente diverso, invece, per ciò che concerne i soggetti fragili, che “si difendono solamente sapendo chi è positivo – ha specificato Crisanti -. Johnson non dovrebbe liberalizzare i positivi. Vero è che ha avuto una politica ondivaga, ma bisogna dire che in questa ultima fase, tolto questo aspetto, è stato consigliato bene e ha avuto dei bravi scienziati che l’hanno guidato. Va altresì evidenziato che gli inglesi hanno un atteggiamento completamente diverso al nostro rispetto a noi davanti alla malattia e il tutto si risolve in una diminuzione dell’aspettativa di vita”.
ANDREA CRISANTI: “SBAGLIATO AFFRONTARE QUESTA FASE PANDEMICA COME QUELLE CHE L’HANNO PRECEDUTA”
Nel prosieguo del suo intervento a “Otto e Mezzo”, Andrea Crisanti ha poi risposto a un interrogativo rivoltogli da Lilli Gruber: l’Italia dovrebbe abolire il Green Pass dal 31 marzo? “Io ho sempre detto che specialmente durante la prima ondata bisognava essere cauti, perché non c’era il vaccino. Se noi facciamo circolare il virus adesso, non succede nulla alle persone sane”.
E il numero delle vittime che quotidianamente rimane purtroppo ancora troppo elevato? “I morti di ogni giorno sono solo persone fragili, che vanno protette, favorendo per esempio il lavoro a casa, i tamponi alle badanti e alle persone che usufruiscono della legge 104. Chiaro è, però, che non si può affrontare questa fase pandemica nello stesso modo con il quale sono state affrontate quelle che l’hanno preceduta”.