LE PAROLE DI TAVERNA (M5S)
Sulla sua pagina Facebook, Paola Taverna spiega di aver incontrato “Heinz Kurt Becker, Commissario per gli affari europei dell’Associazione Austriaca degli Anziani – ÖSB (Österreichischer Seniorenbund) e membro del Consiglio austriaco per gli anziani, organo consultivo del Parlamento e del Governo federale che rappresenta un unicum istituzionale in Europa. In Austria le associazioni degli anziani sono molto presenti nella vita sociale e politica: basti pensare che rappresentano il 40% dell’elettorato attivo a fronte di un 25% a livello di popolazione. In questo modo le persone longeve hanno ottenuto un livello di pensioni statali tra i più alti in Europa con costante adeguamento all’inflazione”. Per la vicepresidente del Senato, “questa occasione di dialogo e condivisione di esperienze è stata davvero preziosa, proprio al fine di approfondire la conoscenza relativa a iniziative e politiche portate avanti dall’Austria rispetto alla popolazione longeva che possono considerarsi un modello istituzionale di riferimento”.
IL MESSAGGIO INPS SU PENSIONI E DISOCCUPATI
Nell’ultimo messaggio diffuso dall’Inps – il numero 883/2022 – l’istituto entra nel merito della sentenza della Consulta n.82/2017: in attesa di una riforma pensioni strutturata dal “cantiere” in corso al Ministero del Lavoro, vengono date prime risposte ai futuri e attuali pensionati in merito agli eventuali periodi di disoccupazione avvenuti durante la carriera lavorativa.
«Se la disoccupazione ha svalutato la pensione è possibile chiederne la sua neutralizzazione al raggiungimento dell’età di vecchiaia», si legge nel messaggio Inps, mostrato dal portale “PensioniOggi”. Sempre nella medesima comunicazione l’istituto previdenziale avvisa che il beneficio opera solo se i periodi di disoccupazione «sono concentrati nell’ultimo quinquennio di contribuzione prima della decorrenza della pensione e va esercitata per intero, non è ammesso scegliere i periodi da scomputare e quali no». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI MOTTA (BYBLOS)
Intervistato da Milano Finanza, Federico Angelo Motta, Presidente di Byblos, fondo pensioni rivolto ai dipendenti delle aziende grafiche, editoriali, della carta e del cartone, spiega di ritenere essenziale, per rilanciare la previdenza complementare in Italia, “creare nei giovani la consapevolezza della necessità della previdenza complementare, oggi e nel futuro fondamentale per integrare la pensione ordinaria, che coprirà sempre meno le esigenze economiche e sociali. Serve una specifica formazione finanziaria utile a confrontarsi con un mondo che sarà sempre più presente nelle nostre vita. Il sistema pensionistico italiano è attualmente malato e la previdenza complementare, impostata in modo adeguato alle esigenze degli iscritti, potrebbe essere il metodo ideale per risolvere non solo il problema del singolo, ma anche quello dello Stato. È ovvio che per arrivare a soluzioni così innovative e in un certo senso rivoluzionarie, visto il modello pensionistico attuale, ci vorrebbe una forte volontà politica a rifondare completamente il sistema”.
IL PUNTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Marcello Pacifico ricorda che “l’anno prossimo si potrà andare in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, ma anche con almeno 35 anni di contributi e 58 anni di età. Lo ha confermato la circolare Inps n. 28 del 18 febbraio, peccato che chi ne usufruirà andrà incontro a penalizzazioni importanti, che ci trovano fortemente contrari”. Come riporta orizzontescuola.it, il Presidente nazionale dell’Anief, intervistato dall’emittente Italia Stampa, ha spiegato “che introducendo una sorta di ‘Opzione per tutti’, per chi esce prima dal lavoro diventa davvero troppo alta la differenza di importo sottratto dall’assegno pensionistico, anche oltre il 30%, pari a 500-600 euro al mese, rispetto al massimo contributivo che si poteva ottenere col calcolo retributivo”. Pacifico giudica ingiusta questa prospettiva di uscita dal mondo del lavoro e ribadisce “la necessità nella scuola di una ‘finestra’ speciale, senza penalizzazioni, per andare prima in pensione”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI MARIANI
Dalle pagine del Sole 24 Ore, Andrea Mariani interviene sulle ipotesi di riforma pensioni riguardanti la previdenza complementare, vista la ventilata apertura di un nuovo semestre di silenzio/assenso per destinare il Tfr dei lavoratori ai fondi pensione. Secondo il Direttore generale del Fondo Pensione Pegaso, “bisogna avere il coraggio di cambiare prospettiva e iscrivere tutti i lavoratori (o quanto meno i neo-assunti) al fondo pensione collettivo di riferimento con tutto il Tfr e la quota minima di contribuzione a carico del lavoratore e dell’azienda per poi permettere dopo 12 mesi di sospendere il versamento dei contributi e/o del Tfr. Il comparto di investimento di default per coloro che verrebbero iscritti automaticamente dovrebbe essere scelto dal fondo pensione, con una preferenza dove disponibile per le strategie life cycle”.
RIFORMA PENSIONI: LA MOSSA SUL TFR PER LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Per Mariani, “un cambiamento così significativo dovrebbe essere accompagnato da una maggiore flessibilità di scelte per rendere maggiormente tutelata la propria previdenza futura e quindi sarebbe necessario anche consentire di trasferire il Tfr maturato e accantonato presso l’Inps al fondo pensione, così come si dovrebbe consentire di versare una parte o tutto il Tfr accantonato e la posizione presso i fondi pensione nella propria posizione presso l’Inps, dal momento che il mercato delle rendite vitalizie ha evidenziato grande fatica a proporre soluzioni alternative alle pensioni pubbliche”. Si tratta, come si vede, di proposte di riforma delle pensioni che comporterebbero grandi cambiamenti. Non resta che vedere se saranno recepite in qualche modo dall’esecutivo nei prossimi mesi.
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