TAIWAN DENUNCIA INCURSIONE CINA
La Repubblica di Taiwan ha denunciato l’incursione nelle scorse ore di ben 9 caccia militari cinesi nella propria zona di identificazione aerea: in piena crisi internazionale per la guerra scattata stamane in Ucraina, Taipei conferma i timori emersi negli scorsi giorni circa possibili de-escalation sul proprio territorio per mano della Cina.
Sarebbe quella di oggi l’iniziativa più grande nelle ultime due settimane messa in campo da Pechino nei confronti dei nemici di Taiwan e potrebbe non essere un caso accada nel giorno in cui è esplosa la crisi in Ucraina: il ministero della difesa di Taipei ha segnalato un modello Y-8 Recce e otto jet da combattimento J-16 sullo spazio aereo, ai quali ha risposto facendo decollare i suoi jet con relativo lancio di avvisi di avvertimento. La presidente di Taiwan Tsai Ing-wen ha richiesto in seguito all’esercito di «rafforzare l’impegno per la pace regionale». Il tutto mentre la Cina si è detta nei fatti “sostenitrice” dell’azione russa portata avanti in Ucraina, nonostante non vi sia alcun sostegno militare per il momento: «Invasione? Si tratta di un uso preconcetto delle parole, un tipico stile di fare domande dei media occidentali. La questione ucraina è complessa nel suo background storico», ha spiegato la portavoce del Ministro degli Esteri, Hua Chunying.
TAIWAN, ALLARME MONDIALE DOPO GUERRA UCRAINA
«La Cina è pronta ad attaccare Taiwan»: a dirlo è l’ex Presidente americano Donald Trump, nelle ore in cui l’Ucraina viene invasa dai carri armati della Russia. I timori geopolitici internazionali non devono distogliere lo sguardo da quanto potrebbe avvenire nelle prossime settimane nello Stato chiave tra i più ricchi al mondo e storicamente “rivendicato” dalla morsa dittatoriale di Pechino.
Il Presidente taiwanese Tsai Ing-wen lo ha detto chiaro e tondo ancora ieri sera, mentre l’attacco all’Ucraina da parte di Putin era ormai cosa fatta: «Dovremmo continuare a rafforzare la prontezza al combattimento delle nostre forze nello Stretto di Taiwan per garantire la nostra sicurezza. Di fronte alle forze esterne che tentano di manipolare la situazione in Ucraina e di influenzare il morale della società taiwanese, tutte le unità governative devono essere più vigili contro la guerra cognitiva». Secondo Trump la Cina sarebbe in procinto di cominciare le manovre militari contro Taiwan approfittando delle tensioni internazionali tra Russia e Ucraina: il progetto di riannettere il territorio perduto dopo la Seconda Guerra Mondiale (quando nel 1949 parte della popolazione cinese sconfitta dalla guerra civile di Mao si rifugiò proprio sull’isola di Taiwan) dura da decenni ormai e proprio negli ultimi mesi, con uno scontro a distanza molto acceso tra Xi Jinping e Joe Biden è riemersa la possibilità dell’invasione cinese, sullo stile di quanto avvenuto “sotto traccia” con Hong Kong.
LA CINA RIVENDICA TAIWAN, COSA POTREBBE SUCCEDERE
La Nato e gli Stati Uniti hanno sempre difeso Taiwan facendo capire che al primo minimo accenno di invasione della Cina ci sarebbe stata una reazione immediata e decisa della comunità internazionale, ben più decisa per intendersi di quanto “promesso” dall’Occidente all’Ucraina appena invasa dai russi. Il Paese asiatico è strategico a livello economico e rappresenta uno degli asset fondamentali per lo sviluppo tecnologico mondiale: lasciarlo in mano alla Cina potrebbe avere effetti e conseguenze devastanti. Nel frattempo da Pechino viene letta l’attuale situazione in Ucraina come decisamente favorevole per «allentare» la tensione su Taiwan: «Che io sappia la formulazione che tradizionalmente gli Usa utilizzano è di non sostenere l’indipendenza di Taiwan. Quello che è nuovo per me è che gli Usa sono ‘contrari’ all’indipendenza di Taiwan», ha spiegato Wang Jisi, professore presso l’Università di Pechino, in una conferenza tenuta oggi al CSIS a Washington, commentando il discorso del Segretario di Stato Usa Blinken («gli Usa non cercano un cambio di regime in Cina o una nuova guerra fredda», oltre a essere “contrari” a un’eventuale dichiarazione d’indipendenza di Taiwan). Da ultimo, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha spiegato nelle ultime ore come «Taiwan non è l’Ucraina ed è sempre stata parte inalienabile del territorio cinese e questo è un fatto storico e giuridico inconfutabile». Pechino vuole insomma rivendicare nuovamente la sovranità sull’Isola democratica e per farlo ribadisce in conferenza stampa Hua come «Ho notato che con la crisi in Ucraina alcune persone hanno voluto menzionare Taiwan. Penso che alcuni dei loro commenti abbiano completamente rivelato che la loro conoscenza della storia sulla questione di Taiwan è quantomeno carente».