SERIE A, 27^ GIORNATA
Giornata n.27 di Serie A. Possiamo incolpare Inter e Milan per il fatto di aver abbassato il loro ritmo di gioco, la lucidità nel palleggio e le bollicine che rendevano invidiabile le loro avanzate? No, hanno dato e stanno offrendo quanto le caratteristiche e capacità calcistica dei loro ragazzotti possono mettere in campo. Oggi il loro livello è pari a quello della squadre della parte destra della classifica, lo mostrano i risultati. Va analizzato il perché. Facile. Entrambe hanno una ottima – per il
campionato italiano di Serie A – squadra titolare ma, se analizziamo le seconde linee, rileviamo che sono calciatori da Fiorentina, forse, in giù. Inoltre i casciavit hanno avuto una serie di sfighe presentatesi come infortuni o Covid, i bauscia un calendario di inizio ritorno impossibile da sostenere specialmente giocando ogni tre giorni. In settimana dovranno sostenere un ulteriore sforzo
psicologico e fisico scontrandosi fra loro in coppa Italia. La più furba, al fine scudetto, sarà quella che fregandosene di perdere organizzerà il maggiore turnover.
Questa giornata di Serie A ha confermato pienamente il mio pensiero. Udinese e Genoa hanno giocato alla pari, i friulani anche qualcosa di più, contro le milanesi. Ciò non perché siano diventate fenomenali loro ma perché sono le pretendenti allo scudetto ad essere scadute. Tutti gli allenatori hanno capito che: se giochi coi rossoneri,l asciali sfogare venti minuti poi la loro velocità, unica arma che hanno, scenderà e potrai approfittarne; se la tua avversaria è la Beneamata, metti un brocco appiccicato a Brozovic, bloccando lui avrai risolto metà dei tuoi rischi. Barella e Calhanoglu in questo momento sono due professoroni fermi, se trovano due asini che sanno anticiparli diventano due grandi calciatori che non toccano palla. Traversa colpita da D’Ambrosio, ma se non segni è comunque un tiro sbagliato.
Le prime tre in classifica di Serie A debbono stare attente perché la gobba si sta avvicinando. Ha vinto a Empoli facendo una partita modesta ma approfittando del fatto che i toscani, non avendo rischi di retrocessione, hanno cercato di giocare alla pari anziché difendersi sperando nelle ripartenze. Mentre scorre la giornata calcistica, passano tristi le giornate di guerra scatenata da una dittatura che tutti pensavano non più proponibile nell’Europa del XXI secolo. Come è possibile che accanto ad un’area di millenaria cultura possano coesistere persone che ritengono di imporre con la forza i propri desideri mettendo in ambasce intere popolazioni comprese vaste aree del proprio Paese?
Sono soggetti che non sanno cosa sia l’umanità e la convivenza civile. Spero che i veri statisti sappiano trovare metodi legali ed economici che costringano l’errante a recedere dai propri metodi dì sopraffazione. Naturalmente il Governo dovrà tener conto dei sacrifici che le persone e le aziende saranno chiamate a sostenere, sarà obbligo prevedere ristori e rinvio, per periodi contenuti, di alcuni piani di sostenibilità ambientale in quanto, in periodi come questo, socialmente ed economicamente insostenibili. È rimasta solo la speranza.
Vale anche perché la Maggica. Nonostante gli inserimenti di gennaio la squadra gioca troppo lentamente e in modo prevedibile. Finché lo Spezia è rimasto in undici ha giocato alla pari con i giallorossi anzi, maggior forza ma minor capacità di far gioco. Qualche occasione da rete in più per la Roma ma niente di trascendentale. In superiorità numerica i capitolini hanno poi dominato dal punto di vista territoriale ma con avanzamenti lentissimi. Parevano l’Inter contro Sassuolo e Genoa. Tiri, pali ,errori di mira e grandi parate di Provedel che, se lo avesse preso l’Inter, ora sarebbe prima in classifica con una decina di punti di vantaggio. Ricordiamo tutti le paratone del portiere spezzino contro il Milan, da applausissimi. Poi la Roma ha vinto per un rigore “da var” a fine recupero. È stata una vittoria meritata ma lo Spezia, oltretutto in inferiorità numerica, non è il Real Madrid, una squadra di livello dovrebbe poter dare di più e stendere l’avversario. Oggi la Maggica, comunque, ha dato tutto ciò che poteva, di più non ha.
Lazio e Napoli si sono scontrate nella partita di maggior rilievo della giornata di Serie A. Hanno dato l’impressione di avere più birra in corpo rispetto alle altre “grandi”. Avendo entrambe, per loro fortuna, buttata involontariamente la zavorra di coppe e coppette, divengono piene concorrenti per scudetto i partenopei e per la Champions i romani. I ciucci hanno quasi totalmente chiusa l’infermeria e godono del rientro dei partecipanti alla Coppa d’Africa, gli aquilotti paiono aver finalmente capito l’impostazione di gioco sarriana. A livello ciclistico il Napoli è paragonabile a Gimondi, la Lazio a Baronchelli. Alla fine, come avveniva sulle Dolomiti, ha vinto Gimondi. Ora Milan e Napoli, con l’Inter che potrebbe superarle vincendo a Bologna, sono appaiate in cima alla classifica. La prova di forza ci sarà la prossima giornata quando le capolista si incontreranno in una sfida che, per il risalto anche psicologico che avrà, sarà decisiva.