“Questa è forte: mercoledì il Papa fa un giorno di digiuno. Un giorno di digiuno non è una minaccia, è una prova costume. Io di fronte a una guerra in Europa mi aspetto che per protesta il Papa vada a dire messa nella piazza di Kiev (…) Certo, magari è un po’ rischioso, ma se non ci vuole andare lui ci mandi l’altro, il tedesco che tiene in giardino. Altrimenti a cosa serve avere la controfigura” (Maurizio Crozza)
Oggi ci fermiamo, cari lettorastri (amici lettori dei ComicAstri): la guerra ci ha messo senz’altro di umore maldestro, ma non è questo il punto.
Nessuno (tantomeno il direttore del Sussi) si azzarderebbe a chiederci un’analisi politica della situazione, e neppure di indicare prospettive a lungo raggio sul conflitto appena iniziato; per quel che riguarda noi, nulla ci è richiesto, neppure di saper localizzare il Donbass su una cartina geografica.
Vorremmo solo regalarvi, tutti i martedì, due minuti due di spensieratezza, alleggerire col sorriso (se e quando ci riusciamo) il ritmo quotidiano che faticosamente ci lega a gesti, azioni, compiti, doveri che talvolta soffocano le nostre intense giornate. L’avremmo fatto anche stavolta, non per coerenza, ma per piacere. Innanzitutto nostro.
Poi, ci siamo imbattuti nelle parole di Maurizio Crozza… E ci siamo fermati a pensare.
Con lui abbiamo poco in comune, se non che idealmente navighiamo nello stesso mare: lui lo fa da affermato showman, con una corazzata di autori che ogni venerdì sera (giorno della messa in onda di “Fratelli di Crozza”) ne esalta la bravura; noi da un ben più modesto pedalò, che da più di dieci anni il Sussi ci mette gentilmente a disposizione. E allora?
Allora, ci chiediamo noi, stupiti per la durezza, l’irragionevolezza, la mancanza di riguardo (si pensi solo all’età di Benedetto XVI), qual è il limite della satira? Nessun limite, rispondiamo noi senza indugi, altrimenti è censura.
Semmai il limite può (deve?) essere il buon gusto, il rispetto che è dovuto nei confronti di chicchessia. Il limite è che non si può ridere di tutto, a qualsiasi costo.
Certo, irridere il nemico è più facile. Crozza, che non vede nella Chiesa e nei suoi rappresentanti niente di buono, porta a casa i ghigni dei suoi fans (sorrisi, ecco, quelli no!) con encomiabile cinismo. E quindi non si può prendere in giro il Papa? Ma certo che sì: la corazzata di Crozza ne abbatte due in sol colpo: quello argentino e persino il tedesco che tiene in giardino.
Diciamo che noi qui del pedalò abbiamo un altro stile…
Se un consiglio, piccolissimo, ci permettiamo di dare al buon Maurizio (continuiamo a pensare che chi cerca di far ridere abbia un’anima buona) è quello di ispirarsi ai grandissimi. Come l’inarrivabile (ahimè, per lui e per tutti) Alighiero Noschese (Youtube è un buon archivio per andarlo a ripescare). Per anni sulla cresta dell’onda, migliaia di meticolose, precisissime imitazioni nel suo bagaglio d’artista. Nessuna, se ben ricordiamo, fatta per demolire il personaggio: semmai per esaltarne i tic, metterne in luce le piccole manie, mostrarne, con gli impercettibili limiti, un aspetto più umano. Quel che si dice, andare di fioretto.
Le scimitarre (le bombe, le aggressioni…), vengono usate, e sul serio, già da tanti: troppi!
P.S. Arrivederci a martedì prossimo, pronti, finché si può, a tornare a sorridere…
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