La quarta dose del vaccino anti covid è una possibilità da non escludere, anche per i pazienti “non fragili”. Se per gli immunodepressi la somministrazione dell’ulteriore dose scatterà domani, uno marzo, per tutti gli altri non vi è ancora certezza: “Dobbiamo accettare – sono le parole del professor Roberto Burioni, ospite ieri sera negli studi di Che Tempo Che Fa, su Rai Tre – che non possiamo prevedere il futuro, non sappiamo come evolverà questo virus che è nuovo. Così come non possiamo sapere per quanto sarà efficace questa protezione nei confronti della malattia grave”. Di conseguenza, aggiunge il noto virologo: “Potrebbe essere necessaria la quarta dose, dobbiamo essere pronti a questo”.
Durante la puntata si è parlato anche della fine dello Stato di Emergenza, datata 31 marzo, e a riguardo Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico (Cts), ha spiegato: “L’autunno è la stagione a cui guardiamo tutti con maggior prudenza, proprio perché abbiamo ormai imparato, ma già lo sapevamo evidentemente da tutta la storia dei virus respiratori, che quello è il periodo più critico. È chiaro però, come è stato detto dal presidente Draghi, che ci sarà la possibilità eventualmente di riattivare alcuni meccanismi per contenere in maniera efficace una eventuale ripresa e poi c’è anche la variabile che non possiamo del tutto escludere che è l’emergenza delle nuove varianti. Io credo che la scelta di porre fine allo stato d’emergenza con lo scioglimento del comitato tecnico scientifico va letta esattamente nella prospettiva di una situazione migliorata. Interpretando il pensiero di tutti i componenti, noi lasceremo questo tipo di attività onorati di aver servito il Paese e sereni di aver provato a farlo al meglio delle nostre capacità”.
BURIONI E LOCATELLI A CHE TEMPO CHE FA: L’APPELLO A VACCINARSI
Ha quindi poi ripreso la parola Burioni, che si è soffermato sulle mascherine, spiegando: “Avete notato che sono due anni che non prendiamo l’influenza? Bene, questo lo dobbiamo alla protezione delle mascherine, che nei luoghi affollati ci hanno protetto anche da altri virus, come quello, appunto, dell’influenza. Che può essere molto pericolosa se associata ad altre patologie”.
Chiusura con un appello, sia di Burioni che di Locatelli, a vaccinarsi: “E’ importantissimo che tutti si vaccinino. In Italia non abbiamo avuto quell’impatto drammatico della malattia solo ed esclusivamente grazie ai vaccini. Ora si apre una prospettiva diversa, da affrontare con responsabilità e gradualità nei comportamenti personali e nelle riaperture”.