Lucio Dalla: dieci anni fa la morte di uno degli artisti che ha segnato la storia della musica. Le sue canzoni, la sua arte sono ancora qui con noi. Canzoni come “Piazza Grande”, “Caruso”, “Attenti al lupo”, “L’anno che verrà”, “Anna e Marco” e tante altre sono state, e continuano ad essere, la colonna sonora di milioni di persone. Genio assoluto della musica, Lucio è senza alcun dubbio uno dei cantautori simbolo della musica italiana. Dieci anni fa la morte a Montreux nella sua camera dell’Hotel Plaza dove si trovava per una serie di concerti. Nato il 4 marzo 1943, Lucio Dalla ha saputo cantare l’amore, ma anche il malessere sociale, la malinconia, la guerra con un occhio sempre rivolto all’attualità e alla politica.
Un artista come pochi, unico, ineguagliabile e irraggiungibile che in una delle sue ultime interviste raccontava della sua passione per i dialetti del sud: “amo molto i dialetti, sono legato per ragioni storiche ai dialetti del Sud perché sono quelli delle mie origini, ma adoro il dialetto bolognese. Nelle mie canzoni ho messo delle frasi dialettali come fossero slang. Nella musica si parla e si scrive con l’animo e con la testa abbandonando il linguaggio ufficiale”.
Lucio Dalla: a dieci anni dalla morte il mito di Caruso
La musica è stata la compagna di vita di Lucio Dalla. L’artista, scomparso il 1 marzo del 2022, in una delle sue ultime interviste rilasciata a La Stampa raccontava: “la mia storia musicale è cominciata così, è lì che si è formato il mio amore per la musica che poi mano a mano è cambiato. La musica non ha steccati, ho fatto anche regìe di opere liriche, ho prodotto molti artisti. Non so neanche più io qual è il mio lavoro preciso, mi piace fare molte cose e mi diverto se sono diverse l’una dall’altra”. Tante, troppe le sue canzoni capolavoro che hanno segnato la storia della musica, ma tra tutte ce ne è una che ha un valore davvero speciale.
Si tratta di Caruso, un capolavoro nato quasi per caso come ha raccontato Dalla: “la mia barca si è rotta e ho dovuto fermarmi nel porto di Sorrento: mentre aspettavo che la riparassero mi diedero la suite dove era morto Caruso: c’era il pianoforte che aveva usato lui e mi sono fatto raccontare le ultime ore della sua vita, poi ho aggiunto i pezzi in napoletano per dare l’ epos giusto. Mai avrei pensato che quella canzone avrebbe venduto 30 milioni di dischi nel mondo, pensare che se non avessi rotto la barca….”.
La morte di Lucio Dalla
Il primo marzo 2012, il mondo della musica italiana piangeva la scomparsa di Lucio Dalla stroncato da un infarto mentre si trovava in Svizzera, a Montreux. “Appariva tranquillo, ottimista, allegro, pieno di progetti, con grande voglia di sperimentare nuovi territori”, ricordava all’epoca l’amico e artista Andrea Mingardi. Quella del cantautore bolognese è stata una morte improvvisa e che ha spiazzato amici, colleghi e fan che, nel giorno del decimo anniversario, lo stanno ricordando con affetto.
L’attacco cardiaco non lasciò scampo a Lucio Dalla e, prima di quel momento fatale, pare non ci fossero stati particolari campanelli d’allarme. Pochi minuti dopo, a scoprire il decesso dell’artista fu il collaboratore Marco Alemanno. Oggi, le ceneri di Lucio Dalla riposano nella Certosa di Bologna dove riposano, tra gli altri, il poeta Giosuè Carducci e il pittore Giorgio Morandi.