TORNA LA FIERA SULLA MATERNITÀ SURROGATA A MILANO
Si chiama “Un sogno chiamato bebè”, è una fiera promossa in Uk ma che giunge per il secondo anno consecutivo anche a Milano (21-22 maggio 2022): da più parti ritenuta un promozione della maternità surrogata, leggasi utero in affitto, che ricordiamo essere illegale in Italia.
Se da un lato gli organizzatori ci tengono a precisare che la fiera in oggetto ha come obiettivo di «informare e aiutare le persone a trovare informazioni accurate e complete sulle diverse opzioni di genitorialità, grazie alla presenza di esperti, medici, clinici, terapeuti, centri di trattamento e gruppi di supporto specializzati in fertilità e genitorialità», dall’altro restano forti le perplessità per quanto osservato nella fiera “gemella” organizzata in Francia solo lo scorso settembre 2021. In quell’occasione infatti i colleghi di “Avvenire” documentarono come tra gli stand si faceva esplicita pubblicità a servizi commerciali di maternità surrogata. Da Parigi a Milano, il rischio che dietro gli slogan di piena legalità della fiera “Un sogno chiamato bebè” – «Nessuna fiera o evento sulla maternità surrogata, uteri in affitto, mamme in affitto e similari sta arrivando in Italia, gli argomenti trattati durante la due giorni milanese saranno in linea con la vigente normativa nazionale e la sensibilità dei cittadini, pertanto è escluso qualunque riferimento alla Gestazione per altri o alla maternità surrogata», spiegano sul sito della fiera – vi possano essere ben altri obiettivi.
INTERROGAZIONE LEGA IN UE: “INACCETTABILE UTERO IN AFFITTO”
A non fidarsi di questi proclami è l’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri che ha presentato in questi giorni una interrogazione alla Commissione Ue per chiedere il divieto alla manifestazione di Milano: «raccapricciante mercato della vita umana travestito da salone della fertilità, dove, tra i servizi proposti ai visitatori, sono commercializzate maternità surrogata e pacchetti per avere figli “su misura”, con cataloghi e listino prezzi». Da componente della Commissione FEMM del Parlamento Ue, Tovaglieri ribadisce in una lunga nota i motivi della sua interrogazione: «Non possiamo consentire che in Italia la vita umana sia equiparata a un business, a cui è permesso violare la legge e mercificare il corpo femminile. Compravendita di gameti e maternità surrogata sono vietate dal nostro ordinamento ed eticamente inaccettabili». Per l’europarlamentare del Carroccio, resta inaccettabile il fatto che qualcuno voglia organizzare a Milano «una fiera con aziende che propongono l’utero in affitto ‘chiavi in mano’ a un prezzo tra i 50-100mila euro, banche dei gameti che offrono a pagamento spermatozoi e ovociti di qualità per permettere ai futuri genitori di selezionare sesso e razza preferita del figlio, colore di capelli e occhi, o persino un’azienda che promette a coppie di donne di essere entrambe madri genetiche dello stesso bambino? Una fiera simile non può e non deve tenersi a Milano. Ci auguriamo che femministe e tutta la sinistra condividano questa battaglia di legalità e di civiltà a tutela della dignità delle donne e per la salvaguardia dei diritti dei nascituri, mobilitandosi con determinazione e senza ambiguità affinché questa vera e propria fiera degli orrori non sia consentita nel nostro Paese».
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