SONDAGGI – Il 94% degli italiani è molto o abbastanza preoccupato per il conflitto fra Russia e Ucraina. Il 95% si aspetta ripercussioni negative sull’economia italiana. Otto su dieci temono una seconda Guerra fredda e il rischio che qualcuna delle parti in gioco possa perdere il controllo e utilizzi armi chimiche o atomiche. Il 66% ha paura di un aumento generalizzato dei prezzi e il 56% di una riduzione nelle forniture di gas. Ma soprattutto l’88% è contrario a fornire qualsiasi sostegno militare e solo il 6% ritiene che l’Italia dovrebbe intervenire direttamente con i propri soldati in ogni caso, anche se il conflitto rimane circoscritto all’Ucraina.
Sono i dati che emergono dall’ultimo Osservatorio Legacoop-Ipsos sul Paese, che ha spinto il presidente di Legacoop, Mauro Lusetti, ad affermare: “Questa guerra così vicina a noi è ingiustificabile e inconcepibile e lo sconcerto è condiviso da tutte le italiane e gli italiani, in maniera anche più radicale di quanto immaginavamo”. Infatti sono incertezza, tristezza e paura i sentimenti oggi dominanti, anche se la speranza – mai come in questo caso – è dura a morire: il 93% degli intervistati infatti chiede nuovi accordi per la riduzione delle armi nucleari, l’84% si dice pronto a impegnarsi per la pace e l’89% spinge per agire subito con la diplomazia.
“Davanti a questi dati – commenta Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos – la mia valutazione si condensa in una citazione del Mahatma Gandhi, che diceva: la logica dell’occhio per occhio servirà a rendere il mondo più cieco”.
Quanto sono preoccupati gli italiani per ciò che sta succedendo fra Russia e Ucraina?
Basta un dato: solo il 6% si dice non preoccupato, il restante 94% esprime molta, il 50%, o abbastanza, il 44%, preoccupazione. Le ansie maggiori si registrano fra i giovani, le donne, i residenti al Sud, le famiglie del ceto medio-basso. E il 95% si aspetta ripercussioni sul paese.
Quali?
Il 66% un aumento dei prezzi generalizzato, il 56% una riduzione nelle forniture di gas, il 36% un’esplosione dell’inflazione Mezzogiorno e un rincaro dei prezzi di pasta, farine e pane.
Qual è lo stato d’animo prevalente?
I sentimenti degli italiani oscillano fra incertezza (68%), speranza (45%), tristezza (43%) e paura (39%). Quest’ultima è oggi cresciuta di ben 11 punti percentuali rispetto al 2021.
Che cosa alimenta questa paura crescente?
L’83% teme una seconda Guerra fredda, l’81% che vengano danneggiate le centrali nucleari ucraine, l’80% che qualche parte in gioco nel conflitto perda il controllo e usi le armi chimiche o quelle atomiche e il 75% che si possa arrivare allo scoppio della terza guerra mondiale.
C’è il timore che anche il nostro paese possa subire danni diretti?
Il 55% ha paura che la Russia possa mettere in atto eventuali rappresaglie missilistiche contro le città italiane.
La paura della guerra potrebbe spingere le famiglie a cambiare abitudini e comportamenti?
Sì, soprattutto fra i ceti popolari. A livello nazionale, il 37% pensa di fare risparmi e ridurre i consumi, il 31% è convinto che perderà parte del suo potere d’acquisto e il 28% teme che i suoi risparmi perdano di valore. Ma ci sono due numeri che vanno osservati con attenzione: il 15% ha iniziato a fare un po’ di scorte alimentari e di beni di prima necessità e il 9% ha pensato di ritirare i propri risparmi dalla banca. Due atteggiamenti che al Sud sono stati adottati dal 21% e dal 14% delle famiglie.
Come viene giudicato l’operato di Draghi?
Per il 67% Draghi ha fatto un buon lavoro, e l’apprezzamento cresce fra gli under 30 (73%) e il ceto medio-basso (72%).
I leader Ue si sono dimostrati all’altezza della sfida?
Il 68% promuove la Ue, un punto percentuale in più rispetto all’Onu, e ad aver fatto un buon lavoro nel gestire questa crisi sono soprattutto Ursula von der Leyen – la pensa così il 73% degli italiani- – ed Emmanuel Macron per il 70%, mentre Boris Johnson si ferma al 58%.
Gli italiani si fidano ancora della Nato?
La fiducia è ancora alta, tocca il 62% degli italiani, ma per il 34% l’Alleanza è in parte responsabile del conflitto per aver voluto espandersi a Est.
Come viene giudicato l’intervento militare della Russia?
Sulla responsabilità del conflitto gli italiani hanno le idee chiarissime: per il 74% è colpa di Putin. Non solo: l’81% vuole che si chieda alla Russia il ritiro immediato delle proprie forze militari da tutto il territorio ucraino e l’82% è d’accordo nell’imporre sanzioni a Mosca.
Hanno cambiato opinione su Putin?
Putin non ha mai goduto di grandi favori nel nostro paese e oggi la sua considerazione esce ancora più ammaccata di prima.
E su Biden?
Gli italiani lo bocciano: solo per il 49% ha fatto un buon lavoro. Ritengono che non abbia fatto tutto quello che era possibile tentare per evitare lo scoppio della guerra.
Russia e Ucraina si sono sedute intorno a un tavolo per cercare un accordo per il cessate il fuoco. Gli italiani credono possibile la pace?
L’83% è pronto a impegnarsi in prima persona per la pace, percentuale che fra i giovani sale al 91%, attraverso donazioni (50%), la partecipazione a manifestazioni contro la guerra (31%) e l’accoglienza dei profughi (29%). L’81% chiede che l’Ucraina riconosca l’autonomia del Donbass, come previsto dagli accordi di Minsk, il 78% è favorevole all’avvio di trattative per un sistema di reciproca sicurezza che garantisca sia l’Ue che la Federazione Russa e l’89% appoggia la richiesta di garantire un passaggio sicuro alle agenzie internazionali e alle Ong al fine di poter offrire assistenza umanitaria alla popolazione coinvolta dal conflitto.
E se l’Italia dovesse essere coinvolta militarmente? Quanto gli italiani sarebbero disposti a combattere per la libertà dell’Ucraina?
Premesso che la stragrande maggioranza degli italiani chiede uno stop alle armi e un nuovo disarmo nucleare sia agli Usa che alla Russia, va segnalato – ed è questo il dato più significativo – che l’88% è contrario a fornire qualsiasi sostegno militare e solo il 6% ritiene che l’Italia dovrebbe intervenire direttamente con i propri soldati in ogni caso, anche se il conflitto rimane circoscritto all’Ucraina, mentre per il 42% solo ed esclusivamente in caso di attacco a un paese membro della Ue o della Nato. Secondo il 39% l’Italia dovrebbe mantenersi sempre neutrale, senza quindi impegnare le nostre forze armate. L’opzione militare è agli ultimi posti, perché gli italiani vogliono la pace e dicono con forza che bisogna impegnarsi per raggiungerla.
Arrivano indicazioni anche su come dovrà muoversi nei prossimi mesi il governo?
Al primo posto, con il 54%, c’è la richiesta di attivare interventi umanitari, il 44% chiede interventi diplomatici ed economici contro Mosca, il 39% il blocco dei patrimoni degli oligarchi russi e solo il 19% è favorevole a sostenere la resistenza ucraina fornendo armamenti.
Gli italiani vogliono l’Ucraina nella Ue o nella Nato?
L’81% è d’accordo sull’ingresso di Kiev nell’Unione, ma la percentuale cala al 67% quando si tratta di far entrare l’Ucraina nella Nato.
Davanti a questi numeri, che commento si sente di fare?
In questi giorni c’è una foto che più di altre mi ha colpito, ed è quella dei due giovani sposi che subito dopo il matrimonio, anziché partire per il viaggio di nozze, sono partiti per il fronte. Ci ricorda quanto i conflitti siano distruttori di sogni e di futuro, oltre che di vite umane. La guerra è uno spietato killer del futuro: uccide l’economia, uccide la libertà, uccide i sogni di un intero paese.
(Marco Biscella)
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