Di recente Gemma Calabresi ha pubblicato il volume “La crepa e la luce” e l’ospitata della donna a “Domenica In” sarà l’occasione non solo per parlare della sua fatica letteraria ma anche per fare luce sulla vita privata di Gemma. Infatti, come detto, dopo la morte del marito dovette crescere da sola i tre figli ma per lei un ruolo importante l’ha rivestito Tonino Milite, poeta milanese scomparso nel 2015 e che sposò la vedova qualche anno dopo i drammatici fatti del 1972. Ma chi è stato Tonino Milite, morto a 73 anni il 7 dicembre 2015 e di cui Mario Calabresi ebbe a dire, in un tweet scritto quello stesso giorno, “poeta, pittore, uomo generoso e creativo” ma anche che “fece da papà a me i miei fratelli portandoci fuori dalla notte”?
TONINO MILITE, SECONDO MARITO DELLA VEDOVA CALABRESI: POETA E ARTISTA CHE IDEO’…
Nato a Tirana, in Albania, nel 1942, Tonino Milite è stato una delle figure più importanti del milieu culturale milanese a cavallo tra gli Anni Settanta e Ottanta: dopo aver studiato presso l’Accademia di Brera, cominciò la sua carriera come illustratore diventando anche col tempo allievo e stretto collaboratore di Bruno Munari; fu proprio l’intellettuale nato in terra albanese, che pure lavorò come maestro elementare, a ideare nel 1981 la celeberrima bandiera arcobaleno che nel corso degli anni è diventata simbolo universale della pace. Risale invece al 1997 la sua prima silloge di poesie, intitolata “Dubi ti amo”: da ricordare che il bel libro che Mario Calabresi dedicò al ricordo di papà Luigi, “Spingendo la notte più in là. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo”, deve il titolo proprio a una delle poesie di Milite.
Autore di diverse raccolte di poesie, pubblicate per i tipi di Mondadori in tre diverse raccolte, Tonino Milite oggi viene ricordato come un artista irrequieto e creativo ma pure come un animo gentile che seppe esprimersi in diversi campi, a partire dalla pittura e il primo amore per le illustrazioni, alla scultura e le già citate lettere. “Senza poesia non si può fare nulla, né il panettiere né il Presidente della Repubblica” diceva Milite che spiega che finanche la sua stessa inclinazione per la pittura derivava dal suo avere uno sguardo poetico sul mondo. Curiosamente, come raccontò di sé Tonino, anche lui come i tre figli di Gemma Calabresi -per i quali fu un vero e proprio secondo padre- era figlio di un poliziotto all’epoca di stanza a Tirana quando fu concepito. E l’idea della bandiera della pace? “”L’uso dell’arcobaleno non è una mia invenzione, si perde nella notte dei tempi. L’idea mi venne nel 1981, quando con Mario Calabresi andammo a una manifestazione per la pace (…) Tornato a casa, ne disegnai una con l’arcobaleno. Di mio rivendico la scelta della sequenza cromatica e il formato a trapezio rettangolo”.