Lina Wertmuller, grande regista e sceneggiatrice: l’omaggio di Roma
Una delle maggiori perdite dello scorso anno è stata quella di Lina Wertmuller, la celebre regista e sceneggiatrice, nonché la prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar come migliore regista. Era lo scorso 9 dicembre quando all’età di 93 anni Lina è venuta a mancare. Considerata da più fronti una delle grandi registe del nostro Paese, lo stesso sindaco di Roma in seguito alla sua scomparsa la definì “una leggenda del cinema italiano”, conferendole il merito di aver “realizzato film densi di ironia ed intelligenza”. Solo nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar alla Carriera.
E’ di qualche giorno fa la notizia secondo la quale per omaggiare il ricordo di Lina Wertmuller il Campidoglio ha pensato di intitolare alla celebre regista “un luogo della cultura”. Adesso è già cominciata la caccia al luogo più adatto “per ricordare una grande professionista e una donna che ancora oggi fa riflettere attraverso quella grande magia che é la regia cinematografica”, come ha recentemente commentato la consigliera democratica Erica Battaglia.
Lina Wertmuller, com’è morta
Lina Wertmuller si è spenta nella sua casa romana all’età di 93 anni. In merito alle cause del decesso, come riferì Il Giorno dopo la notizia della morte, sarebbero state escluse malattie gravi pregresse ma pare che la vera causa sarebbe da attribuire ai classici e naturali acciacchi legati all’età avanzata, tali da non rendere necessario il trasferimento della grande regista in ospedale.
Quella di Lina Wertmuller è stata una vita ricca di incontri straordinari e di arte. L’incontro con Giancarlo Giannini rappresentò un sodalizio irripetibile e fortunatissimo che portò a far registrare incredibili successi del calibro di ‘Mimi metallurgico ferito nell’onore’, ‘Film d’amore e d’anarchia’, ‘Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto, ‘Pasqualino Settebellezze’, ‘La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia’. Radio, prosa e varietà completavano il vasto curriculum della Wertmuller che si è portata dietro una interessante eredità grazie anche al nipote Massimo, anche lui attore celebre. Proprio lui ha svelato che la donna non voleva essere chiamata zia la semplicemente Lina. Grazie alla sorella del padre, Massimo Wertmuller ha potuto respirare sin da piccolo l’aria del cinema di alto livello che lo ha poi influenzato nel corso della sua carriera.