Bernard-Henri Lévy senza mezzi termini sulla crisi in Ucraina. Ospite di Mezz’ora in più – Il Mondo che verrà, il celebre filosofo ha esordito sottolineando che l’invasione russa è un evento tutt’altro che non annunciato: «Quello che succede oggi è terribile, ma era prevedibile. Nulla è più insopportabile delle persone che dicono “non era previsto nulla”. Putin aveva annunciato tutto. La guerra dura già da otto anni».
Bernard-Henri Lévy ha dedicato un capitolo del suo ultimo libro alla situazione in Ucraina, ben prima dell’invasione datata 24 febbraio, e ha posto l’accento sul sentimento del popolo ucraino: «Il capitolo forse più importante del libro è in Ucraina, nel Donbass. Ho avuto l’onore di accompagnare le forze speciali ucraine da Mariupol a Luhansk, su tutta la linea del fronte che all’epoca li separava dai russi. Tutti gli ucraini me l’hanno detto: Putin era deciso a colpire e a spezzare l’esperienza democratica ucraina».
Bernard-Henri Lévy sulla crisi in Europa
«Putin potrebbe non fermarsi all’Ucraini: lo sanno i paesi balcanici, lo sa la Polonia e lo sa l’Europa intera», ha proseguito Bernard-Henri Lévy nel corso del suo intervento nel programma condotto da Lucia Annunziata: «Io sono un fautore della pace, voglio che la pace ritorni in Ucraina. Voglio che la si smetta di vedere le immagini di donne che vanno a nascondersi nei bunker. Io sono andato tantissime volte a Kiev, sono immagini di guerra atroci e devono finire. C’è un solo mezzo per porre fine alla guerra: deve costare cara a Putin. Bisogna accrescere le sanzioni e aumentare gli aiuti militari agli ucraini. Bisogna continuare a consegnare carri armati e cannoni». Bernard-Henri Lévy ha avuto modo di conoscere il popolo ucraino e il suo messaggio è chiaro: «Gli ucraini ci dicono che preferiscono correre il rischio di morire in piedi piuttosto che vivere stesi per terra sotto il totalitarismo russo. Questo è il loro messaggio. Dobbiamo ascoltare loro: per loro Zelensky è un grande presidente ed è l’incarnazione della resistenza ucraina».