UCRAINA DENUNCIA: “BOMBE SU MARIUPOL E KHARKIV”
Viene rotta la tregua per l’ennesima volta in Ucraina: il Governo di Kiev denuncia l’offensiva dei russi tanto su Mariupol quanto su Kharkiv, con bombardamenti ripresi, mentre a Kiev le sirene continuano a suonare e la vista spettrale della Capitale prepara ad un possibile assedio nelle prossime ore.
L’affondo dell’esercito russo ancora non c’è, probabilmente una scelta tenuta da Putin per evitare di entrare nei negoziati in Turchia di domani con il peso di gravissimi crimini di guerra: resta però tutt’altro che minima l’offensiva lanciata anche solo in queste ore nelle due grandi città ucraine sopracitate. Il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, denuncia il raid russo che ha distrutto un ospedale a Mariupol, ospitante sia reparti maternità che pediatrici. Da Kharkiv è invece il sindaco a informare le agenzie internazionali dei «bombardamenti in corso sopra la nostra testa». Sul fronte negoziale il Cremlino non demorde e con il portavoce di Putin, Dimitri Peskov, ribadisce la richiesta della Russia: «La Crimea è una regione russa e questo deve essere riconosciuto de facto e de jure. Le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk sono stati indipendenti e sovrani, riconosciuti come tali dalla Federazione russa. Anche loro devono essere riconosciute de facto e de jure». Si profila un possibile “modello Austria” per Kiev: ecco qui il focus con tutti gli aggiornamenti.
Così è ridotto l’ospedale pediatrico di Mariupol, colpito dai bombardamenti russi. Donne e bambini sotto le macerie. (fonte https://t.co/iFkcsCJksp)
Here is Mariupol hospital, hit by Russian bombings, maybe women and children under the rubble.#StopTheWar #UkraineRussianWar pic.twitter.com/8vwfZK3OSF— pina debbi (@pidebbi) March 9, 2022
GUERRA A KIEV: L’ALLARME DEL SINDACO, “RESISTIAMO 1 SETTIMANA, POI…”
Domani vengono confermati i negoziati in Turchia tra Kuleba e Lavrov, i due capi della diplomazia di Ucraina e Russia, per tentare di fermare l’esplodere di una terza guerra mondiale ancora più ampia. Il Presidente turco Erdogan si pone nel ruolo di mediatore del conflitto e spiega in un discorso pubblico da Ankara «Spero che domani si svolga il primo incontro dei ministri degli Esteri di Ucraina e Russia, che porti un cessate il fuoco permanente».
Di contro, il Ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba conferma il suo forte pessimismo circa i negoziati attesi per domani: « stiamo preparando ai colloqui con la controparte russa, il ministro Lavrov. Si terranno domani», spiega il diplomatico in un video postato su Facebook, «Parlando francamente, io ho aspettative basse dai colloqui. Non vi ripongo nessuna grande aspettativa». Nel frattempo prosegue la semi-tregua siglata per permettere i corridoi umanitari: “semi” perché in alcune città i passaggi funzionano, in altri sono molto più complessi. A Mariupol, denuncia ancora Kuleba, «La Russia continua a tenere in ostaggio oltre 400mila persone, blocca gli aiuti umanitari e l’evacuazione»; nella Capitale invece è il sindaco Vitalii Klitschko che alla CNN denuncia «Kiev può resistere soltanto una settimana se le forze di Mosca la circonderanno. Abbiamo bisogno dei jet ora, aiutateci», spiega l’ex pugile riferendosi ai jet da caccia Mig della Polonia. Da Berlino il Cancelliere tedesco Scholz spegne nuovamente le “speranze” ucraine di ricevere l’appoggio aereo: «certamente non invieremo aerei da guerra in Ucraina», conscio che un atto del genere significherebbe davvero l’espandersi di una terza guerra mondiale. Il Ministro degli Esteri di Kiev conclude il suo lungo video alla nazione rilanciando l’appello all’Occidente: «Continuano i bombardamenti indiscriminati e quasi tremila neonati mancano di medicine e cibo. Invito il mondo ad agire. Costringa la Russia a fermare la sua barbara guerra contro civili e bambini». Da Chernobyl invece la situazione è ancora di forte tensione dopo che i russi avrebbero stacco la rete elettrica: «possibili perdite radioattive nelle prossime 48 ore. Putin si fermi!», è il grido ancora del Ministro Kuleba.
RUSSIA: “NON INTENDIAMO ROVESCIARE IL GOVERNO DI KIEV”
Mentre vengono segnalati forti esplosioni in diverse aree di Kiev – si sospetta possano essere bombardamenti missilistici russi – la situazione di altissima tensione in Ucraina si riflette, come una vera e propria terza guerra mondiale, su tutti i campi: militare, economico e geo-politico.
La Cina accusa Nato e Usa di essere responsabili del conflitto tra Mosca e Kiev e condanna in toto le sanzioni durissime scagliate contro il Cremlino: la Russia è sempre più vicina ad un default economico dalle difficili proporzioni da calcolare, mente lo stesso Putin accusa l’Occidente di provocare una «guerra economica dagli Usa contro la Russia». In tutto questo, uno spiraglio per trovare una fine a tutto questo orrore si apre all’orizzonte: non solo da Zelensky sono giunte dichiarazioni in linea con un accordo negoziale con i russi, ora anche il Cremlino fa un passo in avanti. «La Russia vuole tenere colloqui con l’Ucraina il prima possibile, dipende dalla volontà di Kiev», spiega alla Tass il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. In conferenza stampa poco prima la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva aggiunto «L’operazione militare speciale della Federazione Russa non mira a rovesciare l’attuale governo dell’Ucraina o distruggere la sovranità del paese, ma mira a proteggere le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e a smilitarizzare e denazificare l’Ucraina oltre a eliminare la minaccia militare nei confronti della Russia». Alcuni progressi nei negoziati sono stati fatti, ammettono fonti diplomatiche russe alle agenzie internazionali, mentre viene data molta importanza da Mosca al colloquio di domani in Turchia tra Kuleba e Lavrov: da Kiev l’accoglienza è un po’ più tiepida, con il Ministro degli Esteri che sottolinea «non ho grandi aspettative su incontro con Lavrov». La particolare guerra nella guerra sul fronte energetico vede un’importante novità tra le ultime notizie in arrivo dall’Ucraina: l’operatore energetico statale ucraino afferma che le forze russe hanno scollegato la centrale nucleare di Chernobyl dalla rete elettrica.
GUERRA UCRAINA, OGGI NUOVA TREGUA PER CORRIDOI UMANITARI
Entrati nel 14esimo giorno di guerra “mondiale” tra Russia e Ucraina va segnalata subito la nuova tregua per il “cessate il fuoco” temporaneo siglata nella notte che dovrebbe permettere corridoi umanitari anche per la giornata di oggi 9 marzo. I tentativi nei giorni scorsi sono stati a più riprese interrotti o sospesi per attacchi dell’esercito russo o per mancanza di fiducia nelle autorità ucraine di far uscire i civili nei passaggi “controllati” da Mosca.
Con l’avvicinarsi però dell’incontro, confermato, domani in Turchia tra i due Ministri degli Esteri Lavrov e Kuleba – atto a scongiurare una vera e propria “terza guerra mondiale” scaturita dal conflitto in Ucraina – lo sforzo per trovare un compromesso potrebbe portare ad un più convinto impegno nel rispettare un “cessate il fuoco” decente. Non sono mancati purtroppo nella notte altri bombardamenti in diverse città dell’Ucraina: si segnalano a Severodonestk, nella parte del Donbass ancora in mano a Kiev, bombe con almeno 10 morti come bilancio. A Sumy invece, mentre continua il corridoio umanitario aperto (sono fuggiti solo ieri circa 5mila cittadini, spiega il vice direttore dell’ufficio della presidenza ucraina, Kirill Timoshenko), viene denunciata la presenza di altri attacchi nelle ultime ore dell’esercito russo contro la difesa della città. Stessa situazione segnalata a Mariupol e Kharkiv, mentre dalla Difesa UK viene reso noto come al momento sia fallita la presa di Kiev da parte dell’esercito di Putin. «La difesa aerea ucraina, pur non dotata di mezzi di ultima generazione, sta ottenendo notevoli successi contro quella russa», spiega il Ministero della Difesa di Londra. Motivo per cui i russi hanno cominciato a sganciare attacchi più ad altra quota per evitare di incrociare la contraerea da terra dell’esercito ucraino, equipaggiato con armi occidentali.
AEREI, SANZIONI, CENTRALI NUCLEARI: SI PREPARA LA TERZA GUERRA MONDIALE?
Mentre a Kiev continuano a risuonare le sirene anti-aree, l’avanzata dell’esercito russo per il momento si dirige sul controllo delle centrali elettriche e soprattutto nucleari: la Guardia Nazionale Russa ha fatto sapere di avere preso il pieno controllo della centrale di Zaporizhzhya, dopo che 240 persone avrebbero deposto le armi senza arrivare allo scontro effettivo davanti al sito. Parallelamente, i sistemi per il monitoraggio a distanza dei materiali nucleari presso la centrale di Chernobyl in Ucraina hanno smesso di trasmettere dati all’Agenzia internazionale per l’energia atomica: lo ha reso noto stamattina la stessa Aiea. Il direttore Rafael Grossi «ha indicato che la trasmissione a distanza dei dati dai sistemi di monitoraggio dei controlli di sicurezza installati presso la centrale nucleare di Chernobyl è stata interrotta», si legge in un comunicato dell’Aiea. Con l’annuncio ieri di Biden sull’embargo americano su gas e petrolio russo – scelta compiuta anche dal Regno Unito – la “terza guerra mondiale” rischia di essere già tale sul fronte economico: Mosca stamane con il direttore del dipartimento per la Cooperazione economica del ministero degli Esteri, Dmitry Birichevsky, fa sapere all’agenzia Ria Novasti che «La Russia sta lavorando ad una risposta rapida e ponderata alle sanzioni imposte dall’Occidente, che sarà avvertita nelle aree più sensibili per coloro a cui si rivolge». Nuovi colloqui sull’asse Ue-Nato sono previsti in giornata, con Draghi e Macron in bilaterale questo pomeriggio in vista del Consiglio Ue di domani e dopodomani: le “mediazioni” effettive continuano a latitare, in attesa che dalla Turchia possa emergere qualche novità che ponga Zelensky e Putin per la prima volta dall’inizio della guerra in grado di “concordare” il piano dei negoziati. Ieri un piccolo spiraglio è stato aperto dal Presidente ucraino quando ha parlato alla ABC spiegando che su «Donbass e Crimea un compromesso si può trovare»; non solo, Zelensky ha anche aggiunto di essere «raffreddato» il percorso di adesione alla Nato, confermando di fatto la richiesta n. 1 di Putin per far cessare le ostilità all’istante.
2 million people have fled #Ukraine, according to @UNHCR.
In only 12 days.
They are terrified, traumatized, and in desperate need of a safe haven. pic.twitter.com/CwycX7bCzi
— ICRC (@ICRC) March 8, 2022
Veicoli militari delle forze russe di difesa territoriale, nei pressi di Chernihiv. Foto – Staff Generale delle Forze Armate dell’Ucraina. pic.twitter.com/XAYhM7n4v9
— UkraineWorld Italian (@uaworldit) March 9, 2022