LE PAROLE DI GNECCHI (INPS)
A Bolzano si è tenuto un incontro dedicato a “Retribuzioni e pensioni: riflessioni sul divario di genere”. Come riporta ladige.it, il Presidente della Provincia autonoma di Bolzano e Assessore regionale alla previdenza complementare, Arno Kompatsch, ha evidenziato che “la disparità nella divisione dei ruoli nella nostra società porta a gravi squilibri tra i curricula lavorativi di uomini e donne, con conseguenze in termini retributivi e pensionistici. Risulta importante un cambio di prospettiva, accompagnato da strumenti concreti che aiutino le donne a costruire la propria stabilità economica anche a lungo termine”. A conclusione dei lavori la Vicepresidente Inps, Marialuisa Gnecchi, ha osservato che “senza una reale condivisione tra uomini e donne delle responsabilità familiari, e di conseguenza dei lavori di cura, non si risolveranno i problemi che penalizzano le donne nell’occupazione, nelle retribuzioni, nella possibilità di carriera e di conseguenza nelle pensioni”.
LE ISTANZE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
In una nota Maurizio Acerbo e Antonello Patta, rispettivamente Segretario nazionale e Responsabile nazionale lavoro del Partito della Rifondazione comunista, spiegano che “i pescatori fanno bene a protestare contro il caro gasolio. La protesta va inserita nel quadro di un più vasto disagio sociale determinato dagli aumenti delle bollette e dal carovita in genere che colpiscono duramente i lavoratori, pensionati e i ceti popolari con salari e pensioni tra i più bassi d’Europa e mettono a rischio interi comparti dell’economia italiana”. Dal loro punto di vista occorre “pretendere che il Governo intervenga subito con provvedimenti adeguati per: bloccare gli aumenti delle bollette come in altri Paesi, sottrarre la dinamica dei prezzi all’importazione dalle operazioni speculative fissando dei tetti, calmierare i prezzi di tutti i generi di prima necessità, introdurre per legge un salario minimo garantito di dieci euro netti, ripristinare la scala mobile e riagganciare le pensioni alla dinamica dei salari”.
LE RICHIESTE DELLA UIL
Oggi a Genova si tiene il Consiglio regionale della Uil Liguria, evento che, come spiega ivg.it, “aprirà ufficialmente la fase congressuale”. È prevista anche la partecipazione di Domenico Proietti, Segretario confederale della Uil, e uno dei temi “al centro del dibattito sarà quello delle pensioni: il segretario illustrerà le richieste del sindacato per tutelare la fascia più anziana della popolazione, a difesa di uno dei grandi temi che avevano portato la Uil nel dicembre del 2021 ad aderire allo sciopero nazionale”. Intanto, rispondendo alla domanda posta da una lettrice di orizzontescuola.it, Patrizia Del Pidio ricorda che per evitare il blocco (e l’eventuale restituzione) della pensione per l’annualità in cui si svolge attività lavorativa, è bene che l’attività lavorativa di una persona che ha avuto accesso a Quota 100 (per la quale vige appunto il divieto di cumulo con redditi da lavoro, tranne che in una sola fattispecie) sia effettivamente di natura automa occasionale, non solo nella forma contrattuale.
LE PAROLE DI ORLANDO
Tramite la riforma delle pensioni si potrebbe introdurre anche una novità per l’Opzione donna, ovvero, che la stessa misura diventi strutturale quindi con la possibilità di accedere alla pensione anticipata senza proroghe e le incertezze legate ai vari requisiti. A parlarne è stato il ministro del lavoro, Andrea Orlando, sottolineando che “il lavoro per la donna sia sempre doppio”. Secondo quanto spiegato dall’esponente dell’esecutivo a Radio Immagina, la radio web del Partito Democratico, sarebbe necessario una modifica della stessa opzione, e il confronto dovrebbe ripartire “Tenendo conto del fatto che il lavoro per la donna è sempre doppio ed il riconoscimento dei percorsi che portano alla pensione dovranno includere proprio questo dato”.
Al momento il tema non è così caldo sul tavolo del confronto con Cgil, Cisl e Uil, ma Orlando sembrerebbe pensarla diversamente. “Dovremmo provare a rendere strutturale, o almeno pluriennale – ha proseguito ancora riferendosi ad Opzione donna – associandolo anche ad altri strumenti che tengano conto delle condizioni in cui le persone lavorano e delle differenze indotte dai diversi lavori. Dobbiamo tener conto – conclude riferendosi ai limiti di Quota 100, ovvero, trattare allo stesso modo lavori differenti senza distinguere uomini e donne – della concreta condizione che ciascuno svolge e nel caso delle donne sommare il carico del lavoro famigliare che ancora grava sulle loro spalle”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RIFORMA PENSIONI, I VANTAGGI CHE PORTA IL RISCATTO DELLA LAUREA (ULTIME NOTIZIE)
Il riscatto della laurea può essere una buona soluzione per avvicinare il traguardo pensionistico o per aumentare l’importo del futuro assegno pensionistico, considerando anche che tra le misure di riforma pensioni di inizio legislatura c’è stato anche il riscatto agevolato. L’Economia, l’inserto del Corriere della Sera, ha chiesto a Consultique di compiere, in un’ottica di riforma pensioni, alcune simulazioni per capire in quali casi il riscatto comporta dei vantaggi effettivi per i lavoratori. E i risultati sono tutt’altro che omogenei.
“Per fare un esempio, una persona che ha iniziato a lavorare a 25 potrà sfruttare il riscatto della laurea sia per anticipare l’età del pensionamento sia per avere un assegno pensionistico più ricco” e utilizzando il riscatto tradizionale si riuscirebbe a raggiungere entrambi gli obiettivi.
I RISULTATI TUTT’ALTRO CHE OMOGENEI SULLA RIFORMA PENSIONI
Nel caso invece di una persona che ha iniziato a lavorare a 32 anni non si riuscirà “ad anticipare il pensionamento”, ma si potrà avere “un reddito post lavorativo più alto”. Inoltre, “chi dovesse decidere di riscattare la laurea per poter accedere a ‘Quota 102’ o a ‘Opzione donna’ dovrà necessariamente fare i conti con il ricalcolo contributivo, che nel caso preso in esame comporta una riduzione della pensione rispettivamente del 10,7% e del 32,6%”. Come ricorda Paola Ferrari, Cfa e analista dell’ufficio studi e ricerche di Consultique, i risultati “non possono essere standardizzati, ma è necessario analizzare ogni singola posizione, valutando anche l’aspetto fiscale”, visto che i contributi che si versano per il riscatto sono deducibili dal reddito.
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